16 Ottobre 2018 - 11:07

Milan, Mirabelli si racconta: “Unire i fratelli Donnarumma è stato un errore”

Mirabelli

Mirabelli torna a parlare del suo operato rossonero: “Unire i fratelli Donnarumma è stato un errore, non lo rifarei; Gattuso diventerà un top”

Massimiliano Mirabelli, ospite al Processo su 7Gold, torna a parlare del suo operato rossonero, senza peli sulla lingua. L’ex direttore sportivo rossonero, ha esordito esprimendo tutto il suo amore per il Milan: Sono stati 15 mesi di grande impegno, il Milan è una cosa per pochi e sono orgoglioso di aver fatto parte, anche se per breve tempo, della storia di questo club”.

FRECCIATA AI FRATELLI DONNARUMMA

“Vado orgoglioso di non aver creato minusvalenze”“Volevo unire i fratelli Donnarumma, ma vedendo come è andata mi sono pentito. Non lo rifarei. Era un’idea dai libro cuore, ma dai protagonisti non è stata proprio capita”.

PAROLE AL MIELE PER GATTUSO

Ho creduto in lui. Si è subito dimenticato di ciò che era stato come calciatore e si è rimesso in gioco. E’ sempre stato visto come un guerriero tutto grinta e forza, ma come allenatore è uno innovativo. E’ sottovalutato, è uno dei più bravi al mondo. Sa entrare in ogni ragazzo, sa insegnare calcio. Ha cambiato il Milan da cima a fondo e adesso la squadra gioca un calcio bellissimo. 

RIFLESSIONE SU BONUCCI

E’ stato protagonista e grande uomo di spogliatoio, lo abbiamo preso pensando che potesse chiudere la carriera al Milan. Gli equilibri di una squadra li sposta la squadra, Leo non poteva farlo. Sebbene fosse sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via”.

PARENTESI SULLA SOCIETA’

“Il Milan ha avuto anni d’oro in cui è salito sul tetto del mondo, gli ultimi 4/5 anni sono stati in sordina. Non abbiamo trovato un terreno fertilissimo e abbiamo dovuto fare diversi interventi per aggiustare un po’ le cose. I cinesi? È strano che un club come il Milan venga acquistato e venduto in poco tempo. Ci sono da pensare tante cose ma ci ha lasciato tutti sorpresi. Non posso rispondere chissà cosa, perché della società ne sapevo meno dei giornalisti.

La proprietà era qualcosa di superiore al mio lavoro. C’era un amministratore delegato che mediava fra noi e i vertici. Quando dovevamo spendere dei soldi, non lo potevamo fare senza il loro permesso. Erano assenti nella comunicazione, avevano un’idea non europea, non italiana. Ma quando si trattava di bonifici o pagamenti, fatta eccezione per l’ultima rata da 30 milioni, non ci hanno mai fatto mancare nulla. 

Chiosa finale: “Adesso il Milan ha una dirigenza seria“.