Morra escluso da Titolo V: esplode il caso politico
Mentre la maggioranza invoca l’intervento della commissione di Vigilanza Rai, l’opposizione chiede le dimissioni di Morra e diserta l’antimafia
L’esclusione di Nicola Morra dal panel di opinionisti della trasmissione Titolo V, in onda ieri sera su Rai Tre, diventa un caso politico: la maggioranza di Governo è compatta nel condannare le esecrabili dichiarazioni del Presidente della Commissione Antimafia sulla defunta governatrice Jole Santelli, ma parimenti definisce la decisione del servizio pubblico come un grave attacco alla vita democratica del Paese, per il quale da più parti si chiede l’intervento della Commissione di Vigilanza.
Compatta, ma nel chiedere le dimissioni di Morra da Presidente della Commissione Antimafia, l’opposizione: in particolare, Lega e Fratelli d’Italia hanno annunciato che per protesta non parteciperanno più alle riunioni della Commissione Antimafia finchè il presidente non rinuncerà al suo incarico. Ma Morra, che nel frattempo ha chiesto scusa per le sue uscite poco edificanti contro la Santelli e i calabresi, tiene il punto e ad Omnibus (su La7) azzarda: “Credo che quello che è successo ieri faccia parte di una strategia, perché quando dai fastidio a Cosa Nostra, alla mafia, alla ‘ndrangheta, allora bisogna infangare, sporcare, delegittimare”.
Sul caso sono intervenute anche Fnsi e Usigrai che, ritenendo la decisione della Rai sbagliata “nel merito, nei modi e nei tempi”, in una nota escono dal caso particolare proponendo (provocatoriamente o forse no) la norma generale di non invitare più in alcuna trasmissione del servizio pubblico chiunque “leda il Patto di Servizio e, quindi, la Costituzione”.
Viale Mazzini difende la sua decisione in una nota spiegando di aver preferito adottare la linea della massima prudenza e tutela “ed evitare di alimentare”, come si legge in una nota stampa, le molte polemiche che si stavano sviluppando”.
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