20 Giugno 2018 - 13:12

Movimento 5 Stelle, la base “grillina” è in rivolta contro Salvini

di maio Movimento 5 Stelle Toninelli

Sul blog delle Stelle e sulla pagina Facebook di Luigi Di Maio, gli elettori del Movimento 5 Stelle insorgono. Varie le accuse a Salvini

Se da un lato c’è chi sta monopolizzando le attenzioni dell’intera Europa, dall’altro c’è chi è rimasto pienamente insoddisfatto dalla vicenda immigrazione. Tra gli elettori del Movimento 5 Stelle si sta scatenando un putiferio. Sul blog delle Stelle e sulla pagina Facebook di Luigi Di Maio piovono accuse.

“Salvini ci sta monopolizzando.” è il commento più ricorrente, ma ce n’è per tutti. Non sono pochi quelli che chiedono spiegazioni per la vicenda Lanzalone-Stadio di Tor di Valle, su cui è calato un peculiare silenzio. Silenzio non passato certo inosservato a tanti simpatizzanti ed elettori “grillini”, disorientati dalla mancanza di trasparenza del Movimento.

La seconda convocazione di Virginia Raggi in Procura suona come un vero e proprio campanello d’allarme nella roccaforte pentastellata, che ora deve correre assolutamente ai ripari. I commenti negativi, poi, per quanto riguarda la gestione negativa dell’esecutivo (almeno finora) da parte del partito di Beppe Grillo si sprecano. L’insoddisfazione è alta, la gente si aspettava molto di più ma finora ha trovato ben poco.

Ma il movimento non è l’unico bersaglio degli attacchi dei suoi elettori. Naturalmente, l’altro polo catalizzatore è rappresentato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che sta letteralmente divorando la scena grazie alla sua prorompenza. Addirittura, sul blog arrivano definizioni di vario tipo, come una sorta di “Rambo” in senso denigratorio.

Piano piano, insomma, la Lega sta facendo un sol boccone del Movimento 5 Stelle, e gli stessi elettori se ne stanno accorgendo. L’accusato principale, ora, diventa Luigi Di Maio con il suo entourage. Il reggente pentastellato, infatti, non sta muovendo un dito contro l’avanzata del “rivale/alleato”. E negli elettori grillini monta l’insoddisfazione. Ormai più nessuno crede in una vera e propria inversione di tendenza. Il perché è presto spiegato.

La politica della comunicazione vs. la politica delle “poltrone”

In più di un’occasione, ci siamo trovati a contatto con un Movimento “mutaforma”, trasversale, pronto a stringere patti con chiunque pur di andare al Governo. Già questo è stato il primo sintomo d’abbandono da parte degli elettori pentastellati, che non avevano gradito la politica “dei due forni” che Di Maio aveva portato avanti nell’immediato periodo post-elezioni.

Una volta trovato l’accordo con il centrosinistra, c’è stato però un ribaltamento di fronte, garantito dall’incoerenza del PD e dal ritorno sulla scena di Matteo Renzi. Quel punto ha rappresentato un ottimo ritorno di voti per il partito, che ha dimostrato di non essere dipendente dalla seconda forza elettorale e di potersi autosostenere.

Tutto bene, finché non è arrivato Matteo Salvini. Con un’abile mossa, il leader leghista sta riuscendo pian piano nel suo intento: quello di attirare sempre più consensi e contemporaneamente di far calare quelli del Movimento 5 Stelle. Gli elettori “affezionati” del Movimento se ne sono accorti, e non a caso il putiferio scatenato in rete è sintomo proprio della paura che sta avanzando nelle teste “gialle”.

La paura che Salvini rovesci il Governo, che si accordi nuovamente con Berlusconi e porti il centrodestra al potere, lasciando ai grillini solo le briciole. Ecco il perché della rivolta sul web. Giunge più come una vera e propria richiesta d’aiuto, un segnale di sostegno nei confronti di un partito che pian piano si sta smantellando sotto i colpi di un ministro dell’Interno appariscente come pochi.

La comunicazione leghista, contrapposta alla politica delle “poltrone” grillina, per ora sta avendo la meglio.

La riscossa delle “stelle”

Il segnale dall’elettorato, intanto, è già arrivato: contenere Salvini è il primo obiettivo. Altro che reddito di cittadinanza e taglio ai vitalizi. Qui la partita è ancora tutta da giocare. Ora la palla passa a Luigi Di Maio e soprattutto a Giuseppe Conte. Il premier avrà il difficile compito di arginare ad ogni costo l’ascesa popolare e politica della mina vagante Matteo Salvini.

Oltre, dunque, a garantire una tranquilla gestione della questione europea, Conte dovrà essere capace di stoppare le ambizioni di Salvini. Non si esclude, tra l’altro, che questo sia un vero e proprio tentativo di riabilitare l’intero centrodestra. L’alleanza con Berlusconi è stata rotta a parole, ma si sa benissimo che in politica non ci si può fidare mai di nulla e nessuno.

Il metodo giusto per contrastare il ministro dell’Interno prevede, sostanzialmente, due requisiti: sconfiggerlo sul piano comunicativo e (solo dopo) mettere in moto i decreti legislativi previsti. Reddito di cittadinanza, taglio ai vitalizi dei parlamentari, riforma del sistema giudiziario. Devono essere tutti attivati, certo, ma la priorità è sconfiggere l’avversario sulla dialettica.

Altrimenti si rischia sul serio il tracollo. E questa volta potrebbe essere inesorabile.

 

 

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