15 Febbraio 2016 - 13:26

Muore alunno cadendo dalla sedia, il ruolo del docente si fa sempre più complicato

concorso scuola 2019

Muore studente cadendo dalla sedia. Il docente ha sempre più responsabilità e si trova a svolgere un ruolo che si fa sempre più complicato

[ads1]Tragedia in una scuola di Roccaraso, in provincia de L’Aquila. Uno studente, Christian Lombardozzi, sedicenne di Roccacinquemiglia di Castel di Sangro (L’Aquila), è morto in aula scivolando dalla sedia e sbattendo la nuca contro il termosifone. Questa la dinamica dell’incidente che si è verificato durante l’ora di alimentazione nell’Istituto alberghiero di Roccaraso. Secondo alcune testimonianze pare che il ragazzo si stesse dondolando, la sedia è scivolata e lui è caduto indietro sbattendo la testa e perdendo subito i sensi. Il docente ha provato a rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare. Sembra anche che la sedia dove fosse seduto il ragazzo non fosse a norma.

«Senza entrare nei dettagli del dramma, in tanti – commenta il sindacato Anief – sono rimasti stupiti non tanto della morte del giovane, quanto della gravità dell’accusa a carico delle figure scolastiche preposte alla sicurezza: nell’ordine, il capo d’istituto, l’addetto Rspp e il docente in servizio al momento dell’accaduto». Anief ricorda che «occorre adottare molta cautela, perché si tratta solo di un atto dovutodocente per legge. E sino a prova contraria, tutti e tre gli individuati, nulla potevano contro la volontarietà del gesto dello studente, svolto deliberatamente e senza costrizione».

Certo è che la professione docente si sta facendo sempre più complicata: i ragazzi, o se si preferisce, le nuove generazioni, sono molto indisciplinate; mantengono a fatica un comportamento corretto in classe, diventa sempre più difficile arginare il fenomeno degli smartphone in aula, non si possono sequestrare, si chiede di spegnerli ma queste richieste vengono disattese. Questi oggetti sono causa di distrazioni varie; gli alunni sono irrequieti, spesso si siedono sui banchi, si alzano, giocano con le tapparelle (con il rischio di farsi male) o si dondolano (come nel triste caso in questione). Insomma un docente dovrebbe fare più da baby-sitter che da docente.

Ma allora ci si chiede: ma i genitori in tutto questo dove sono? Spesso arrivano a scuola anche arrabbiati contro il docente, che non ha messo il sei al proprio figliolo, oppure non ha ben considerato le misure dispensative e compensative nella valutazione di un compito, senza sapere che magari quello studente (dsa a parte) si comporta male, non seguendo le istruzioni del docente, non rispettando le regole di classe e dell’istituto.

Ci vuole una grande riflessione, forse un’ inversione culturale (visto che le cose stanno andando alla deriva); forse è giunto il momento che gli alunni tornino a fare gli alunni e il docente torni ad essere il docente rispettando i propri ruoli. Educazione e rispetto, per una società civile migliore.

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