6 Ottobre 2020 - 09:17

A Nardò una turista ritrova un reperto storico durante un’immersione

Manufatto storico di Nardò

La giovane turista Nadine La Salvia, in vacanza nella città di Nardò, durante un’immersione ritrova un manufatto storico in ceramica datato tra il XIV e XV secolo

Nadine, studentessa universitaria di vent’anni proveniente da Bolzano, tuffandosi nelle acque di Sant’Isidoro, a Nardò, ha notato un particolare oggetto sul fondale dalle decorazioni rosse, il quale ha subito destato la sua curiosità. Dopo aver recuperato e fotografato l’oggetto ha chiesto delucidazioni al suo ex professore di storia dell’arte, il quale le ha consigliato di rivolgersi alla Capitaneria del Porto di Gallipoli.

Successivamente la Capitaneria del porto di Gallipoli ha consegnato il reperto storico alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, guidata da Maria Piccarreta.

Mino natalizio, assessore dell’Ambiente e ai musei commenta dicendo:’’ Devo ringraziare questa giovane turista perché ha dimostrato una sensibilità e un senso di responsabilità davvero apprezzabili’’. Continua affermando:’’ Ora il bacino potrebbe diventare un pezzo del nostro patrimonio museale e potrebbe anche essere l’occasione per indagare più approfonditamente nella zona del ritrovamento’’. Infatti grazie all’ammirevole comportamento di Nadine, che non ha tenuto per sé il manufatto ritrovato nelle acque di Nardò ma ha subito deciso di consegnare tale oggetto a chi se ne occupa, si sono aperti diversi interrogativi sul fronte della ricerca per il patrimonio museale neretino.

Al momento l’oggetto si trova presso il laboratorio di restauro del Museo del mare antico di Nardò per attuare un intervento di recupero e messa in sicurezza dell’oggetto; infatti quest’ultimo deve essere posto in una vasca d’acqua dolce per attuare il processo di desalinizzazione. In seguito il manufatto verrà studiato attentamente in modo tale da poterlo collocare in uno quadro storico e artistico ben preciso.

Nardò in passato è stato un fiorente centro di produzione di ceramica, grazie ai fornaci ed ai maestri locali; inoltre bacini simili a quello che è stato ritrovato sono raffigurati in molteplici affreschi nel chiostro di Sant’antonio e nella cattedrale.

Durante quest’estate si sono verificati episodi analoghi nelle vicinanze, in particolare a Porto Cesareo, luogo in cui è stata ritrovata una ciotola invetriata esattamente come quella di Nardò, entrambe appartenenti all’epoca tardo-medievale. ”Durante lo scorso inverno le mareggiate potrebbero aver smosso il fondale” viene detto dalla Sovraintendenza, anche se non si esclude completamente che il manufatto possa essere arrivato dalla terraferma. Il tratto di costa ionica preso in considerazione è noto per i reperti dell’età greco-romana, un perfetto esempio sono le colonne di Torre Chianca.

Intanto inizia a serpeggiare l’idea dell’esistenza di un relitto sconosciuto, anche perché a Porto Cesareo sono stati trovati già due relitti medievali risalenti rispettivamente al IX secolo, l’altro al XII-XIII secolo.