21 Luglio 2017 - 16:33

Anteprima di “Noi siamo tutto”: se il tutto è assente dalla trama

Noi siamo tutto

Giffoni Experience 2017, trasmessa oggi l’anteprima di “Noi siamo tutto” (“Everything Everything”), con Nick Robinson e Amandla Stenberg

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E’ stato trasmesso in mattinata al Giffoni Experience, in anteprima per la stampa, il film “Noi siamo tutto” diretto da Stella Meghie, con protagonisti il giovane Nick Robinson e Amandla Stenberg nei panni rispettivamente di Olly e Madeline.

La trama

Madeline soffre di una patologia rara che non le permette di entrare in contatto col mondo esterno senza rischiare un’infezione che potrebbe esserle fatale. Per questo non esce di casa da diciassette anni e le uniche persone che può frequentare sono sua madre e l’infermiera Carla. Madeline si sente come l’astronauta che inserisce in ognuno dei modellini che crea durante i suoi lunghi pomeriggi in una stanza: sospesa in un universo asettico, isolata dal mondo. Un giorno però il mondo viene a bussare alla sua porta e si chiama Olly, veste sempre di nero, è divertente e all’apparenza ribelle. Si guardano dalla finestra e il primo passo che lui fa verso di lei non ha molto successo: è un ciambellone che porta alla madre di Madeline con la scusa di un regalo, consuetudine da buoni vicini. La madre di Madeline lo respinge e lei non ha occasione di incontrare Olly, che però non demorde e continua a comunicare con lei prima dalla finestra e poi online. L’astronauta e l’uomo della terra si incontrano ma non possono toccarsi. Madeline sa che loro due insieme potrebbero essere un disastro: quello che ha non le basta più e per vivere anche solo un giorno fuori dalla sua tuta spaziale, è disposta a rischiare tutto.

Il giudizio: quando il tutto è solo nel titolo

La trama del film è quasi una favola. La ragazza rinchiusa nella torre, senza lunghi capelli intrecciati e senza principe a cavallo. Guardandolo con gli occhi di un qualsiasi adolescente, l’idea potrebbe anche essere d’impatto: senza bisogno di scomodare una malattia grave (trattata forse con troppa, troppa leggerezza), la sensazione di essere astronauti è comune a tutti i teenagers, seppure in maniera sempre diversa. Particolari le scene in cui l’esploratore dello spazio è seduto accanto ad Olly e Madeline che conversano. Nick Robinson è perfetto per il ruolo di Olly, mentre Amandla arranca, anche di parecchio. E’ assolutamente percepibile il suo sforzo nel fingersi malata, probabilmente frutto anche di una carenza di studio e forse di un’incapacità di calarsi nel personaggio, vuoi perché troppo più adolescenziale rispetto alla sua maturità, vuoi perché tendente quasi allo stereotipo più che ad un’attenta caratterizzazione. Il filone è quello fortunato di “The fault in our stars” (che è decisamente tridimensionale e con sfumature molto più attente di quanto possa essere il film attualmente analizzato) e “Me before you”, al quale si avvicina decisamente di più. Ottima la regia e la fotografia, molto meno forte la trama, i personaggi e la recitazione degli interpreti (eccezion fatta per Robinson, che potrebbe essere la chiave del successo di questo film). La cosa più bella della pellicola? L’astronauta.

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