“Non c’è campo”: oggi al cinema il nuovo film di Federico Moccia
“Non c’è campo”, il nuovo film di Federico Moccia che racconta la dipendenza da cellulare, debutta oggi sul grande schermo
Esce oggi al cinema “Non c’è campo“, il nuovo film di Federico Moccia. Un racconto della generazione 2.0, o iGeneration, dove il cellulare rappresenta il centro della propria esistenza. Una generazione totalmente immersa nella dimensione dei social.
Facebook, Instagram, Whatsapp, Twitter, Snapchat: realtà di cui oggi non si può proprio fare a meno. C’è un continuo bisogno di postare ogni momento della propria vita, tanto da essere più importante di goderselo. Da questo, parte “l’esperimento sociale” di Non c’è campo.
Il film parla di alcuni ragazzi di un liceo romano che vanno in gita in un bellissimo borgo della Puglia. Una volta arrivati, però, si accorgono che i cellulari non prendono.
“Il ritorno all’era pre-Internet è la sfida che devono affrontare i protagonisti del film — dice Moccia —. Devono reimparare a stringere rapporti umani, a guardarsi negli occhi e a sostenere il peso di ciò che dicono, non più nascosti dietro quell’anonimato garantito dalla Rete che spesso fa sentire invincibili. L’incapacità di parlarsi, le paure e le fragilità dei ragazzi di oggi sono le stesse che vivevamo noi, solo che oggi hanno trovato una voce diversa per esprimersi, attraverso messaggini e Whatsapp. I ragazzi oggi hanno mutato il modo di esprimersi, ma il contenuto dei loro vissuti non è cambiato. È come la formula delle addizioni: anche se cambiamo l’ordine degli addendi il risultato non cambia“.
Tra il cast troviamo Mirko Trovato, nel ruolo di Francesco, Beatrice Arnera, Caterina Biasoli, Gian Marco Tognazzi e Vanessa incontrada, nel ruolo della professoressa Laura. Sul set è finita anche Elodie, l’artista romana di Amici, nei panni di se stessa.
Il regista spiega: “L’obiettivo del film è di staccarsi dalla continua dipendenza del telefonino, e accorgersi di tutto ciò che ci circonda”.
Per i giovani protagonisti si rivelerà un percorso di riscoperta e formazione. Riuscirà a sensibilizzare anche gli spettatori?
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