23 Aprile 2020 - 10:44

Non voglio cambiare pianeta, il “docu-trip” di Jovanotti

Jovanotti - Non voglio cambiare pianeta

Mentre noi ci chiedevamo dove fosse finito Bugo, Jovanotti ha percorso un viaggio di 4000 km da Santiago del Cile a Buenos Aires in sella alla sua bicicletta. “Non voglio cambiare pianeta” è il docu-trip che andrà in onda dal 24 aprile su Rai Play e che racconta di questa magica esperienza

Non voglio cambiare pianeta” è il titolo del docu-trip in 15+1 puntate realizzato da Jovanotti che sarà online dal 24 aprile 2020 sulla piattaforma RaiPlay. Un viaggio durato 40 giorni da Santiago del Cile a Buenos Aires, con una telecamerina attaccata al manubrio e uno zaino con il minimo necessario.

Il titolo è un omaggio al poeta cileno Pablo Neruda, tratto dalla poesia Il Pigro: “È un pianeta spettacolare il nostro e non va cambiato. Sta a noi cambiare, senza retorica e senza ideologia, per poterlo vivere senza essere noi il problema. Non voglio cambiare pianeta, perché ci sto bene. Perché è la nostra casa, e mai come in questo momento che siamo costretti a vivere nelle nostre case, stiamo prendendo consapevolezza del valore della cura, del benessere, della qualità della vita”.

Mentre noi guardavamo Sanremo, Jovanotti stava attraversando un luogo chiave considerato dai ciclisti una leggenda: il deserto di Atacama. Durante il viaggio ha incontrato tante persone e visitato luoghi mozzafiato “quelli dove non ti fermeresti mai, che ti danno epifanie e, nel mio caso, anche ispirazione“.

Lorenzo è partito per staccare un po’ la spina dopo lo strepitoso successo “Jova Beach Party” ma quando è rientrato in Italia ha trovato una situazione molto difficile:

“Ero partito per prendere le distanze da tutti. Sono tornato che dovevo stare distante dagli altri per legge. Rispetto a gennaio e a febbraio il mondo è stravolto, è cambiato. Sono passati solo 4000 km, ma sembra tutta un’altra storia. Ecco perché ho voluto condividere ora con il pubblico questa esperienza: perché è un vero trip, un viaggio con il corpo ma anche con la testa. “Non voglio cambiare pianeta” spero possa diventare una pedalata di evasione, un tempo di sogno in questo tempo sospeso, uno sguardo verso il futuro, un abbraccio collettivo, a chi amiamo e al nostro pianeta“.

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Rientro in Italia

“A Fiumicino mi hanno puntato una pistola per la febbre” e già questo immediatamente gli ha fatto pensare che la situazione fosse molto più grave di quanto immaginasse. Al rientro si è chiuso in casa e ha passato due settimane di quarantena riguardando il viaggio che ha fatto ma anche intrattenendo i suoi fan attraverso numerose dirette su Instagram.

Oltre ai paesaggi mozzafiato Jovanotti ha portato con sè tanti pensieri, e soprattutto ha riflettuto sul concetto di libertà, spesso ricorrente nei suoi brani. “La libertà è ben diversa dalla liberazione. Perché la seconda è l’azione che porta alla prima. Per questo è importante celebrare il 25 aprile: ci ricorda che la libertà va sempre conquistata, e mantenuta“.

Lorenzo durante la conferenza si è soffermato anche su un argomento che in questi giorni sta facendo discutere. Quando potremo ritornare a ballare e cantare sotto un palco?Non so come andrà, ma sicuramente ci saranno novità, cambiamenti, nella forma e nella sostanza. Questa vicenda ci sta toccando nell’intimo.

In quarantena non si può fare musica – conclude Jovanotti – perchè è qualcosa che avviene tra le persone, non tra il musicista e la sua cassa”.