9 Giugno 2021 - 10:10

Occupazione di suolo pubblico: cos’è, come si ottiene e i costi previsti

tavolini aperto

L’occupazione di suolo pubblico da parte di un privato può avvenire solo previa autorizzazione da parte dell’autorità competente. Ecco come

Si parla di occupazione di suolo pubblico quando un soggetto privato utilizza uno spazio pubblico normalmente adibito alla collettività. Tale occupazione può essere temporanea o permanente, ed è consentita solo a chi ha fatto richiesta. E ovviamente, può avvenire solo per gli scopi autorizzati. Essa può riguardare anche il soprassuolo, il sottosuolo, i beni demaniali e i beni privati su cui grava la servitù di uso pubblico. In ogni caso è necessario presentare una richiesta all’autorità competente.

Cosa dice la legge

Solitamente, a fare richiesta di occupazione di suolo pubblico sono numerose attività commerciali e turistiche, oppure gli organizzatori di manifestazioni ed eventi di varia natura. Ma poiché il suolo è pubblico, il suo utilizzo deve essere autorizzato mediante un apposito permesso. Spetta ai Comuni rilasciare l’autorizzazione e generalmente bisogna rivolgersi alla polizia locale e municipale per presentare la richiesta. I comuni, mediante i propri regolamenti, stabiliscono i presupposti e le condizioni di autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico. Solitamente vengono previsti requisiti e condizioni specifiche per quelle aree di particolare pregio ambientale, culturale, archeologico, storico ecc. E spetta ai Comuni anche stabilire l’ammontare tassa e/o del canone previsto.

Non bisogna confondere l’occupazione di suolo pubblico con la concessione. Nel primo caso si tratta di un utilizzo autorizzato in via temporanea e limitata del suolo; nel caso della concessione, invece, l’occupazione del suolo è concessa in via permanente o comunque di grande durata. Un’altra differenza sostanziale sta nel tipo di tassazione.

Come presentare la richiesta di occupazione di suolo pubblico

La domanda può essere presentata anche in modalità telematica, preferibilmente con l’utilizzo della PEC, allegando la fotocopia del documento di ricononscimento valido. L’invio deve avvenire con un congruo anticipo: a seconda del Comune può variare dai 10 ai 30 giorni. Tra le informazioni da allegare figurano:

  • dati anagrafici del richiedente;
  • individuazione esatta del luogo da occupare, eventualmente con indirizzo e civico;
  • le misure di lunghezza, larghezza e superficie in mq da occupare;
  • la durata dell’occupazione;
  • i motivi;

In ogni caso, prima di presentare la richiesta è altamente consigliabile leggere il regolamento comunale. Solitamente, sul sito del Comune di riferimento sono disponibili tutte le informazioni e la modulistica necessaria.

Per il perfezionamento della richiesta è necessario pagare la tassa per l’occupazione di suolo pubblico (TOSAP). Tale tassa si applica a chi occupa spazi appartenenti ai beni demaniali dello Stato o al patrimonio indisponibile degli Enti Locali. Ad esempio, bar e ristoranti che vogliono mettere tavolini fuori nel periodo estivo sono tenuti a pagare questa tassa. Stesso discorso per un privato che deve occupare suolo pubblico per fare un trasloco, un comizio, una manifestazione, un mercatino, ecc. Sono esentati dal pagamento della TOSAP gli Enti Pubblici, le associazioni senza fini di lucro e gli enti religiosi. I pagamenti possono avvenire attraverso PagoPA direttamente sul sito dell’Ente, oppure sulla sua app (se esiste), in banca oppure presso tabacchi e ricevitorie abilitate. Anche in questo caso è consigliabile consultare il regolamento Comunale per avere informazioni più pertinenti.

In alcuni Comuni è possibile che ci sia la COSAP al posto della TOSAP. Senza addentrarsi troppo nei dettagli, la prima è un’entrata di natura patrimoniale mentre la TOSAP è un’entrata tributaria. Ad ogni modo, la legge di bilancio 2020 (L.160/2019) ha introdotto il Canone Unico per accorpare le tasse relative all’occupazione di suolo pubblico (TOSAP e COSAP) e quelle per le esposizioni pubblicitarie (CIMP e ICPDPA).

Esenzioni dovute alla pandemia

Attenzione, perché il Decreto Sostegni bis ha prorogato dal 30 Giugno al 31 Dicembre 2021 l’esenzione del pagamento del Canone Unico per alcune tipologie di occupazione di suolo pubblico. Nello specifico, i beneficiari sono i ristoratori che hanno tavolini all’aperto e gli esercenti di attività mercatali. Prevista anche l’esenzione per le marche da bollo necessarie per inoltrare la domanda.