1 Marzo 2016 - 11:23

Oscar 2016: il racconto musicale della lunga notte del cinema

Oscar 2016

La notte degli Oscar 2016, l’appuntamento più prestigioso per i riconoscimenti cinematografici torna in scena all’interno dell’elegante Dolby Theatre di Los Angeles e conferma il binomio indissolubile cinema-musica

[ads1] Gli Academy Awards hanno incoronato protagonisti indiscussi della serata più attesa dell’anno, quella degli Oscar 2016, Leonardo Di Caprio (Miglior attore per “The Revenant”) e il maestro Ennio Morricone (Miglior colonna sonora per “The Hateful Eight”) dal momento che entrambi inseguivano da tempo il premio, forti di infinite nomination, senza mai conquistarlo.

Il regista, attore e comico Chris Rock ha condotto lo spettacolo con professionalità, ironizzando -e anche troppo- sull’infinita e accesa polemica #OscarsSowhite che ha allungo anticipato l’inizio dello show, presentando a ritmi ferrati le categorie in gara con rispettivi testimonial e vincitori.

Brie Larson è stata premiata come miglior attrice protagonista (per “Room”), “Il caso Spotlight” come miglior film, bis di Alejandro Gonzales Inarritu come miglior regista per la pellicola “The Revenant”. A sorpresa, miglior attore non protagonista a Mark Rylance per la sua interpretazione in “Il ponte delle spie”, mentre “Mad Max: Fury Road” si è aggiudicato il maggior numero di statuette tecniche: ben sei.

Ma focalizziamoci su quello che deve essere considerato il vero filo conduttore degli Oscar 2016, ossia la musica, in veste di meravigliosa musa narrante di un racconto intitolato “La lunga notte degli Oscar 2016”.

Primo ospite musicale della serata e concorrente in lizza per il titolo di miglior canzone originale, con il brano “Writing’s on the wall” incluso nell’ultimo film della saga dell’Agente 007, “Spectre”, è stato Sam Smith. Il cantante britannico in un elegante smoking dalle pure allusioni Bondiane ha eseguito il pezzo in gara che gli è valso a fine cerimonia, la statuetta d’oro.

Durante la premiazione ha ringraziato l’autore Jimmy Napes (con lui sul palco a ritirare l’Oscar) e ha dedicato il premio alla comunità LGBT di tutto il mondo, dichiarando di essere fiero della propria omosessualità e incitando al rispetto di eguali diretti tra etero e gay.

The Weeknd già vincitore ai Grammy Awards 2016, si è esibito come 2° ospite con la sua bollente e precisa esecuzione di “Earned it” , colonna sonora del Film “50 sfumature di Grigio”. A danzare on the stage con l’artista, un corpo di ballo semi vestito dalle incredibili movenze sensuali e una erotica scenografia di candele e nastri in raso nero, in perfetto stile “Gray”.

È arrivato poi il momento dell’Oscar per il miglior documentario, andato da pronostico a “Amy”, docu-film dedicato alla travagliata e tormentata vita della talentuosa e prematuramente scomparsa cantante inglese Amy Winehouse, diretto da Asif Kapadia.

Altissima tensione emotiva si è respirata nel teatro, durante la sezione “In Memoriam” in cui si ricordano attraverso un tributo musicale, le più importanti personalità del cinema, venute a mancare negli ultimi 12 mesi. Il delicato compito è stato affidato al front man dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana, Dave Grohl che ha scelto “Blackbird” dei Beatles, in una nuda versione voce e chitarra.

Il premio per il miglior editing sonoro, invece, è stato assegnato a Kira Roessle che ha vinto per il suo magistrale e ricercato lavoro compiuto in “Mad Max: Fury Road” film che ha tra l’altro conquistato tutti gli “Oscar delle maestranze” meno che quello per la fotografia andato a “The Revenant” grazie al bravissimo e tre volte premiato Emmanuel Lubezki.

Si chiama “Til it happens to you” il brano scritto da Diane Warren e tratto dal documentario “The Hunting Ground” e cantato da Lady Gaga, special guest dell’evento. L’eccentrica cantante si è cimentata in una quanto mai sobria performance – almeno per il suo typic mood – , sedendosi al piano, rigorosamente in tinta bianco purezza, così come il semplicissimo costume indossato dall’icona della moda crazy.

“Til it happens to you” è il rimpianto di una violenza subita, è la tragedia dello stupro, è l’esperienza vissuta sulla pelle della stessa artista che ha voluto denunciare una delle piaghe che attanaglia la giovane rappresentanza studentesca e universitaria americana, oggi sempre più spesso vittima di violenze sessuali.

L’intervento musicale di Lady Gaga è stato introdotto, infatti da Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti, che ha lanciato un appello per la cessazione degli abusi sessuali a danno degli studenti di college e università americane.

Il file Rouge musicale che ha reso gli Oscar 2016, un evento di straordinaria bellezza e ricchezza artistica, ha trovato lieto epilogo grazie all’attesissimo e forse scontato, Oscar per la miglior colonna sonora, attribuito all’ 87enne Maestro Ennio Morricone, consegnato da Pharrel Williams e Quincy Jones.

Ennio Morricone, ha musicato e diretto per il regista Quentin Tarantino, la colonna sonora del film “The Hateful eight” e ha regalato un’altra perla di grazia compositiva e agitazione creativa, tanto al cinema americano, che ha accolto con una commovente standing ovation la notizia della vittoria del maestro caro a Sergio Leone, tanto a quello italiano che grazie a Morricone ha portato a casa l’ambito riconoscimento.

“Musicale” e piuttosto fragoroso è stato anche il plauso andato a Leonardo Di Caprio, al suo 1° e agognato Oscar, dopo 6 nomination ed interpretazioni filmiche da mozzare il fiato, ha vinto per il ruolo speso nel film “The Revenant” che come ha dichiarato lo stesso attore lo ha ispirato alla meditazione e all’espoliazione di qualsivoglia forma di sopportazione della sofferenza.

Stesso tema dell’ispirazione, seppur in forma diversa, ha reso memorabili anche i semplici ringraziamenti di Ennio Morricone che in timido vocio, rotto dal pianto e con una scolastica traduzione all’inglese del figlio ha ricordato che: “Non c’è grande musica senza un buon film che la ispiri” e ha dedicato il premio a sua moglie Maria.

Cosa resta di questa 88° edizione degli Oscar 2016?
Senza dubbio, il trionfo di 2 Oscar ambiti e sognati, ma soprattutto tanta musica, intrigante, commovente, distintiva, ispirata e -a buon dire- italiana.

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