Ospedale Vallo della Lucania, Neurochirurgia a rischio chiusura: il Nursind Salerno chiede chiarezza all’Asl
Paventata chiusura del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, il Nursind Salerno chiede chiarezza all’Asl Salerno
Paventata chiusura del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, il Nursind Salerno chiede chiarezza all’Asl Salerno.
“Da più parti arriva la voce che nel redigendo atto aziendale dell’Asl Salerno sembrerebbe sia prevista la chiusura del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Tanto, se corrispondente al vero, sarebbe oltremodo preoccupante per l’intera popolazione del Cilento e del Vallo di Diano a cui verrebbe a mancare un riferimento certo rispetto alla patologia tempo dipendente dell’ictus emorragico, cosa che impone le seguenti considerazioni”, ha detto Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind provinciale.
Per il sindacato, infatti, l’attuale atto aziendale dell’Asl Salerno, pubblicato nel 2016, prevederebbe la presenza della Neurochirurgia con l’attivazione di 16 posti letto a Vallo della Lucania. “Tale attivazione si è resa necessaria in quanto il San Luca Vallo della Lucania si trova in una zona disagiata e di difficile raggiungimento, in relazione alle patologie tempo dipendenti quali quella dell’ictus emorragico, da parte dei tanti comuni ricadenti nel bacino di utenza dell’ospedale, in quanto la peculiare conformazione della rete viaria non permette il raggiungimento del Dea di II Livello nella golden hour”, ha continuato Tomasco.
“È fuor di dubbio, infatti, che individuare il tipo di ictus in corso nel più breve tempo possibile è di fondamentale importanza per il trattamento dello stesso e per la gestione del processo di recupero. A titolo di esempio l’Istituto superiore della Sanità nel 1999 con uno studio effettuato in Friuli-Venezia Giulia, ha stimato che la percentuale di sopravvivenza all’ictus emorragico fosse del 71% nei maschi e l’85% nelle femmine di età superiore ai 75 anni. L’ictus è stato nel 1998 in Italia la seconda causa di morte per importanza, dopo la cardiopatia ischemica. Appare quindi evidente prevedere la presenza, anche in deroga, della Neurochirurgia a Vallo della Lucania, atteso che anche il trasporto con eliambulanza presenti numerose difficoltà, prima fra tutte nessuna elisuperficie sul territorio adatta all’atterraggio e decollo notturno. Oltre a tanto considerare la caratteristica conformazione oro geografica del territorio e la scadente viabilità, permetterebbe un’analisi accurata delle problematiche legate a tale patologia, in quanto il cittadino del Cilento interno si vedrebbe svantaggiato rispetto al cittadino dell’Agro nocerino sarnese rispetto ai tempi di percorrenza verso il DEA di II Livello dell’Azienda Ruggi. Difficilmente, in breve, al cittadino cilentano e del Vallo di Diano potrebbe essere garantito l’accesso alle cure nella più volte richiamata golden hour. La presenza della Neurochirurgia all’interno del Dea di I livello di Vallo della Lucania, permette la migliore assistenza dei pazienti politraumatizzati ivi afferenti, in quanto lo stesso sia stato classificato come Centro traumatologico zonale, cosa che in presenza di paziente politraumatizzato permette la migliore adesione alla direttiva impartita con nota del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro, Vincenzo De Luca, per l’attivazione del Trauma Team, recepita dalla direzione sanitaria di presidio nel settembre 2017. Pertanto, chiediamo al direttore generale dell’Asl Salerno, che ha già dimostrato in passato attenzione massima alle peculiarità dei territori, di valutare il mantenimento della Neurochirurgia nel presidio ospedaliero di Vallo della Lucania, facendo chiarezza su quanto verrà adottato con il nuovo atto aziendale, magari partecipando alla Conferenza dei Sindaci ed alle parti sociali”.
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