Pacifico firma la colonna sonora di “Zamora”
Pacifico torna a scrivere per il cinema: l'occasione è "Zamora", esordio alla regia di Neri Marcorè. Al cinema dal 4 aprile 2024
Sarà nelle sale italiane dal prossimo 4 aprile, “Zamora” film che segna l’esordio alla regia di Neri Marcorè, presentato in concorso al Bif&st -Bari International Film&Tv Festival. La colonna sonora è firmata da Pacifico, al secolo Luigi “Gino” De Crescenzo, che torna a scrivere per il cinema a tre anni dalla candidatura per il Nastro d’Argento alla Miglior Canzone Originale per “Gli Anni Davanti”. Ne fanno parte anche due canzoni originali: la prima, “El Matt”, omaggio dichiarato a Jannacci, Gaber, Cochi e Renato, vede Pacifico e Neri Marcorè duettare come fossero parte di un coro scriteriato; la seconda, “Mamma non sai”, è invece interpretata dal solo Marcorè, attingendo in particolare ai moduli espressivi tipici di Bobby Solo e Adriano Celentano.
“Zamora”, scritto da Neri Marcorè, Maurizio Careddu, Paola Mammini e Alessandro Rossi, è liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Roberto Perrone; prodotto da Pepito Produzione e Rai Cinema, con il sostegno della Film Commission Torino-Piemonte.
Nel cast, oltre allo stesso Marcorè, troviamo: Alberto Paradossi, Anna Ferraioli Ravel, Walter Leonardi, Giovanni Esposito, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Pia Engleberth, Giuseppe Antignani, Pia Lanciotti, Marco Ripoldi, Dario Costa, Giulia Gonella, Alessandro Besentini, Francesco Villa, Corinna Locastro, Massimiliano Loizzi, Davide Ferrario e Antonio Catania.
“Zamora”, sinossi e trailer ufficiale
Di seguito la sinossi ufficiale e il trailer di “Zamora”.
Il trentenne Walter Vismara ama condurre una vita ordinata e senza sorprese: ragioniere nell’animo prima ancora che di professione, lavora come contabile in una fabbrichetta di Vigevano. Da un giorno all’altro, la fabbrica chiude e il Vismara si ritrova suo malgrado catapultato in un’azienda avveniristica della vitale e operosa Milano, al servizio di un imprenditore moderno e brillante, il cavalier Tosetto. Andrebbe tutto bene se non fosse che costui ha il pallino del folber (il football, secondo un neologismo di Gianni Brera) e obbliga tutti i suoi dipendenti a sfide settimanali scapoli contro ammogliati. Walter, che considera il calcio uno sport demenziale, si dichiara portiere solo perché è l’unico ruolo che conosce e non sa che da quel momento, per non perdere l’impiego, sarà costretto a partecipare agli allenamenti settimanali, in vista della partita ufficiale del primo maggio. Subisce così lo sfottò dei colleghi; tra questi, l’ingegner Gusperti lo ribattezza sarcasticamente “Zamora”, il fenomenale portiere spagnolo degli anni ‘30. Non solo quel bauscia lo umilia in campo e lo bullizza in azienda, ma tra lui e Ada, la segretaria di cui Walter si innamora, sembra esserci del tenero. Sentendosi umiliato, tradito da una parte e deriso dall’altra, il ragioniere escogita un piano del tutto originale per vendicarsi, coinvolgendo un ex-atleta ormai caduto in disgrazia. Nel calcio, come del resto nella vita, bisogna imparare a buttarsi e anche se perdi, ciò che conta è rialzarsi e ripartire più forti di prima.
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