Padoan alla Ue: spese straordinarie per post terremoto e migranti
Lettera di risposta a Bruxelles sulla legge di bilancio. Padoan : “Ci serve più tempo”
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È una lunga risposta, una disamina dei conti e delle spese quella che il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan invia a Bruxelles, dopo che la UE aveva chiesto delucidazioni sul discostarsi dei conti italiani rispetto ai parametri europei.
In sei pagine Padoan riferisce delle spese straordinarie che vanno ad incidere sul bilancio italiano, rappresentate dai costi per la ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma dello scorso agosto e da quelli sostenuti per l’accoglienza al massiccio flusso migratorio.
Le tabelle e grafici di cui il Ministro si serve, prospettano un fenomeno in costante crescita: il terremoto del centro Italia ha devastato gran parte del patrimonio artistico concentrato nelle zone del basso Lazio, e delle Marche e non accenna ad estinguersi, inoltre alla data del 26 ottobre, sono stati accolti in Italia 156.705 migranti, superando a più di due mesi dalla fine dell’anno il numero complessivo raggiunto in tutto il 2015. Oltre che nel periodo gennaio-marzo, l’accelerazione si è registrata nelle ultime settimane, lasciando intravedere quindi il «rischio concreto» che la dinamica prosegua nel 2017, numeri che triplicato quelli del biennio 2012/2013, il periodo della “primavera araba”.
Padoan continua a sostenere la linea del premier Renzi, in una visione complessiva della realtà europea ed italiana, una doppia impostazione economica e politica del problema delle richieste comunitarie di mantenimento degli standard europei, e della difficoltà italiana ad adeguarvisi.
Nel suo intervento alla giornata del risparmio il ministro aveva sottolineato «la crisi di credibilità dell’Europa» agli occhi dei cittadini colpiti da otto anni di crisi, con la Ue «al bivio» fra un rilancio delle politiche di crescita e il rischio, in caso contrario, di rimanere esposta a shock economici e politici.
“Al di fuori delle considerazioni sul ciclo economico, il cambiamento nel target sul 2017 rispetto al programma di stabilità del 2016 è largamente spiegato dalle spese straordinarie legate ai rischi sull’immigrazione e sismici“.
“L’Italia – si legge nella missiva – nel 2017 incorrerà in notevoli spese per l’assistenza e la ricostruzione legate al terremoto, per un totale di 2,8 miliardi di euro”. Soldi che serviranno, ad esempio, per mettere in sicurezza “42.000 scuole, il 30% delle quali hanno bisogno di riparazioni strutturali o di essere completamente ricostruite”.
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