9 Gennaio 2016 - 13:05

Palestina, si dimette l’inviato ONU per i diritti umani

Wibisono, Palestina

Ancora brutte notizie dalla Palestina: si è dimesso il 4 gennaio l’osservatore Onu per i diritti umani Marakim Wibisono. Alla base della sua scelta c’è il rifiuto da parte delle autorità israeliane di farlo accedere ai Territori palestinesi occupati

[ads1] “Purtroppo, i miei sforzi per contribuire a migliorare la vita dei palestinesi, vittime di violazioni sotto l’occupazione israeliana, sono stati frustrati in ogni passo del cammino. È mia sincera speranza che chi mi succederà, riuscirà a risolvere l’impasse attuale, e quindi a rassicurare il popolo palestinese che, dopo quasi mezzo secolo di occupazione, il mondo non ha dimenticato la loro situazione e che i diritti umani universali sono davvero universali“, le parole utilizzate da Marakim Wibisono sono forti, fanno rumore, ma qualcuno continua a fare orecchi da mercante.

All’osservatore Onu per i diritti umani non è stato mai permesso l’accesso nei Territori palestinesi occupati da parte delle autorità israeliane, nonostante 18 mesi di mandato effettivo e più di 4 richieste inviate ad Israele nell’arco di questo lasso di tempo. Una pratica fortemente antidemocratica che rappresenta emblematicamente tutta la barbarie di Israele.

Ma quello che può lasciare perplessi, qualora qualcuno avesse ancora dubbi, è il fatto che  quello di Wibisono non è il primo caso: il suo predecessore, l’americano Richard Falk ha operato nel territorio per ben 6 anni, ma più volte gli è stato negato l’accesso a Gaza e in Cisgiordania.

Falk, terminato l’incarico nel Marzo 2014, aveva utilizzato parole ancora più forti di quelle di Wibisono:”“L’occupazione della Palestina possiede inaccettabili e illegali caratteristiche del colonialismo, dell’apartheid e della pulizia etnica. Israele ha sempre rifiutato anche una minima cooperazione in linea con il mandato del Consiglio ONU. Mi è stato impedito più volte l’accesso a Gaza e nel 2012 sono stato addirittura espluso da Israele. Questa umiliante non-cooperazione rappresenta una violazione dei doveri legali degli Stati membri, in quanto essi sono tenuti a facilitare tutte le missioni del Consiglio dei Diritti Umani, nonché dell’ONU in genere”.

Nonostante le dimissioni sono state già accettate dai vertici dell’Onu, l’incarico di Wibisono in Palestina terminerà il prossimo 31 Maggio, quando si svolgerà il prossimo Consiglio dei diritti umani, davanti al quale l’indonesiano sarà chiamato a presentare la sua relazione sulla situazione nei Territori palestinesi. [ads2]