Parco dei mostri, il labirinto fiabesco abitato da sculture gigantesche
Scoprite con A ZONzo il Parco dei Mostri, un immenso giardino nel cuore della Tuscia che ospita creature mostruose e un edificio appositamente pendente per confondere il visitatore. Dalí se ne innamorò a prima vista
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«A Bomarzo la finzione scenica è travolgente; l’osservatore non può contemplare perché vi è immerso, in un ingranaggio di sensazioni, capace di confondere le idee, di sopraffare emotivamente, di coinvolgere in un mondo onirico, assurdo, ludico ed edonistico». Queste parole dell’architetto e urbanista Bruno Zevi (1918-2000), sono contenute nel suo libro «Controstoria dell’architettura in Italia. Barocco. Illuminismo» (Newton Compton editori, 1995); il luogo a cui il critico romano faceva riferimento è il Parco dei Mostri di Bomarzo, in provincia di Viterbo, conosciuto anche come Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie.
Il Parco dei Mostri è un complesso monumentale situato in un parco naturale di circa tre ettari, adornato da sculture in basalto del XVI secolo che ritraggono fontane ed edifici dallo stile classico, animali mitologici, divinità e mostri, tra cui due Sfingi poste all’ingresso, Proteo (o Glauco), Ninfeo e Venere su una conchiglia, Cerere, Proserpina con il cane a tre teste Cerbero ma anche Echidna, la Furia e i leoni nel piazzale delle Pigne. Le sculture richiamano i temi antichi della letteratura rinascimentale, come il «Canzoniere» di Francesco Petrarca, l’«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto, i poemi «Amadigi» e «Floridante» di Bernardo Tasso e sono state costruite con l’intento di confondere il visitatore.
Il pittore e antiquario napoletano Pirro Ligorio (1513-1583) progettò la realizzazione del parco nel 1547, su commissione di Pierfrancesco Orsini, detto Vicino (1523-1585), che lo dedicò alla moglie scomparsa, Giulia Farnese, figlia di Galeazzo, signore di Latera. Con la morte del principe, avvenuta nel 1585, il Parco dei Mostri venne abbandonato per molti secoli e solo nella seconda metà del Novecento fu bonificato e restaurato dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, sepolti nel tempio del complesso.
Proprio in quel periodo, esattamente il 10 novembre 1948, il pittore surrealista Salvador Dalí visitò il parco, definendolo «un’invenzione storica unica».
Tra le maggiori attrazioni di questo parco labirintico, caratterizzato da statue gigantesche e creature mostruose, figurano l’orco, la figura più rappresentativa e vero e proprio simbolo del Parco dei Mostri (sul cui labbro superiore è leggibile la scritta «Ogni pensiero vola»), Ercole e Caco
(o «Lotta tra giganti»), denominato «Il Colosso» per essere la statua più grande del complesso, poi ancora un maestoso elefante, uno spaventoso drago, una tartaruga e una balena che si fissano reciprocamente ma soprattutto la Casa pendente, un edificio volutamente costruito su un masso inclinato che causa smarrimento e forti capogiri al visitatore.
Il Parco dei Mostri è aperto tutto l’anno con orario continuato dalle 8.30 alle 19.00 (con possibili variazioni nei giorni festivi). Il biglietto di ingresso è di 10 euro, ridotto 8 euro (per bambini da 4 a 13 anni).
Per guardare il video di Salvador Dalí che visita il Parco dei Mostri clicca qui.
© Fotografie di Paolo Pagnotta
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