7 Aprile 2018 - 13:03

Partito Democratico: una realtà spaccata a metà

Pd

L’apertura del Movimento 5 Stelle al dialogo con la Lega ha portato una profonda crisi di coscienza nel Partito Democratico. E intanto, il partito è spaccato a metà sull’appoggio ai grillini

Una realtà che si sfalda, dilaniata da conflitti interni e dal solito confronto tra il “vecchio” e il nuovo. Questa è la situazione attuale del Partito Democratico, diviso a metà in vista dell’assemblea del 21 Aprile. L’argomento principale sembra uno solo: l’appoggio al Movimento 5 Stelle.

L’apertura di questi ultimi al dialogo con la Lega ha destato il centrosinistra, che ora vede l’alleanza “populista” come una vera e propria minaccia. E non sa ancora bene cosa fare, spaccato a metà dalle tante correnti che confluiscono nei democratici.

Da una parte, prevale ancora la forte corrente renziana. Infatti, prima che Di Maio parlasse al Quirinale, vi è stata una riunione dell’ex governo di Renzi, con Lotti, Boschi, i capigruppo Marcucci e Delrio, il presidente Orfini presenti tutti.

A complicare ulteriormente la situazione, vi è il Movimento, che continua a pungere sul vivo il centrosinistra, tentando di farlo ragionare.
Il PD non vuole incontrarci? La notte porta consiglio e il fine settimana porta consiglio. Se però il PD vuole andare al 5% in poche settimane… Il PD oggi non ha Renzi come segretario ma Martina, con cui abbiamo interloquito per gli uffici di presidenza. Sono convinto che scenderanno a miti consigli. Al loro interno hanno tante anime e potrebbe prevalere l’anima della responsabilità.” ha dichiarato Danilo Toninelli, capogruppo M5S al Senato.

Senza contare i dissidi interni. Il leader della minoranza Andrea Orlando ha infatti dichiarato: “Renzi deve decidere: se ritiene che la colpa della sconfitta non sia sua, ma mia o dei cambiamenti climatici ritiri le dimissioni. Se invece si assume una quota significativa di responsabilità, la cui conseguenza sono le dimissioni, deve consentire a chi ha avuto l’incarico pro tempore di esercitarlo, altrimenti non riparte l’iniziativa e la ripresa dei rapporti del PD con la società.

Insomma, il centrosinistra è alle strette. E deve decidere da che parte stare. Ora o mai più.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *