Pd e strategia parlamentare in attesa delle consultazioni. Dopo Orlando anche Franceschini richiama in causa il gruppo – con scarso successo – per rivedere il da farsi
A pochi giorni dalle consultazioni, con un
Mattarella sempre più artefice del destino della Penisola, scoppia una nuova grana fra le fila del
centrosinistra. Il
Pd, dilaniato dalla
batosta elettorale, si ritrova a dover far fronte all’ennesimo scontro fratricida sulla strategia parlamentare da adottare in vista della formazione del
Governo. Infatti, mentre da un lato la
scia renziana continua a dettare i tempi politici, dall’altro un nuovo gruppo – formato non più dai soliti noti ma anche da
big quali
Franceschini – invita a ridiscutere le mosse da attuare. La situazione, fondamentale per le sorti del partito, conduce a due semplici soluzioni che, nel caso fossero attuate, graverebbero in ogni caso sul destino dell’intero gruppo partitico. Un primo scenario è quello che contempla l’affermazione dell’ala maggioritaria. Presupponendo che il
Presidente della Repubblica metterà comunque di fronte all’evidenza dei fatti la
vecchia classe dirigente Pd, nel caso in cui dovesse prevalere la linea dell’
opposizione senza alcun tipo di alternativa ciò che accadrebbe porterebbe ad un ulteriore sgretolamento del partito – con conseguente ripresa delle
redini da parte di
Renzi in maniera abbastanza facile – e contemporaneamente un’ ulteriore
cosa da cui ripartire alla
bene o meglio. Anche considerando il secondo scenario – cioè l’appoggio esterno ad un
Governo M5S come caldeggiato dalla minoranza, e non solo – avrebbe conseguenze disastrose. Difatti, al netto di un’accettazione dello scenario creatosi (cosa improbabile dati i numeri dei
renziani in
Parlamento), tanto una scissione quanto una bagarre continua – che obbligherebbe chiunque a
contrattare qualsiasi processo con la
fazione di turno – caratterizzerebbero le nuove circostanze. In sintesi, il
Pd si ritrova in questi giorni fra l’incudine ed il martello con possibili situazioni- in sostanza tutte negatie – che potrebbero solamente prolungare questo processo di
svuotamento politico/partitico del maggiore gruppo di
centro-sinistra. La discussione, quindi, è appena cominciata ma spetterà ai protanisti mettere in pratica le loro intenzioni per garantire – o meno – una possibilità di prolungamento della
Legislatura appena cominciata.