2 Maggio 2018 - 15:11

Pd, i renziani non vogliono “conte interne” in Direzione

renziani

I renziani hanno presentato un documento in cui invitano a evitare conte interne nella Direzione Nazionale di domani, un modo per evitare un voto sul dialogo M5S-PD

Alcuni parlamentari PD dell’area di Matteo Renzi, tra cui i capigruppo Delrio e Marcucci, hanno presentato un documento in vista della direzione PD di domani 3 maggio. “Crediamo dannoso” si legge nel documento “fare conte interne nella prossima Direzione. È più utile riflettere insieme sulla visione che ci attende per le prossime sfide e sulle idee guida del futuro del centrosinistra in Italia. Questo perché, a detta dei renziani, “lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell’irresponsabilità del Centrodestra e del Movimento Cinque Stelle”.

“Crediamo che il PD debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell’esito del voto: per questo non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio”. In sostanza, i renziani non escludono che Martina e il PD dialoghino con i Cinque Stelle, ma questo non può sfociare in un accordo di governo. Viene però spontaneo chiedersi, a questo punto, che funzione avrebbe il dialogo.

Tuttavia, il riferimento al voto in direzione, che i renziani vorrebbero evitare per non conferire a Martina un mandato di dialogo, è rivelatorio. In questo senso, evitare il voto avrebbe la funzione di non dare mandato politico di discutere con i 5 stelle, in linea con le indicazioni date da Matteo Renzi due giorni fa.

Nel frattempo, tutte le altre componenti del partito sembrerebbero essere favorevoli a votare un mandato al segretario reggente Martina fino alla prossima assemblea nazionale del partito. Stando così le cose, i renziani hanno ormai ingaggiato una lotta aperta contro tutte le altre componenti del partito, dopo l’uscita di Renzi che ha di fatto esautorato la direzione nazionale del 3 maggio. Occorre tuttavia ricordare che quello che è in discussione (almeno per il momento) è solo un dialogo M5S-PD, e non già un accordo di governo (su cui dovrebbero poi esprimersi nuovamente gli organi dirigenti del partito).

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