19 Agosto 2021 - 10:42

Pensione a 62 anni, le ipotesi di riforma avanzate dal Governo

pensioni, quota 102 opzione donna

Ancora nessun accordo dalla riforma al sistema pensionistico, ma si fa strada l’ipotesi di andare in pensione a 62 anni già dal 2022

Continua il dibattito a Palazzo Chigi per la riorganizzazione del sistema pensionistico, Quota 100 infatti non sarà rinnovata e questa è l’unica cosa certa. Sul tema di una futura riforma per la pensione sono arrivate tante proposte, presidente dell’INPS Tridico, in occasione del XX Rapporto annuale dell’Istituto alla Camera. Intanto si fa strada l’ipotesi di andare in pensione a 62 anni già dal 2022.

Obiettivo primario del Governo infatti è impedire che, dal primo gennaio prossimo, scatti il temuto scalone di cinque anni, con relativo aumento dell’età pensionabile da 62 a 67 anni. Si tratterebbe del ritorno della riforma Fornero che in molti, anche all’interno del Governo, vorrebbero evitare.

In questo periodo quindi sono state presentate più ipotesi di riforma pensione. I sindacati stanno spingendo verso forme di flessibilità a partire dai 62 anni. Oppure, in via alternativa, con 41 anni di contributi, indipendentemente dal fattore dell’età anagrafica. L’Esecutivo, da parte sua, considera l’argomento pensione, con il progetto di estendere l’APE sociale e con l’intenzione d’immettere sostanziali sconti per i lavori gravosi e per le lavoratrici con l’Opzione-donna. Il punto cruciale ora è trovare un accordo tra le diverse parti sociali in campo.

La proposta del Presidente dell’INPS

Per il presidente, Pasquale Tridico, è necessario non soltanto rivedere i costi, ma altresì ripensare le pensioni in senso strutturale. Ecco le tre proposte avanzate dall’INPS:

  • Quota 41 per chiunque indipendentemente dall’età anagrafica (41 sono gli anni di contributi);
  • calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi versati;
  • pensione suddivisa in due quote, ossia anticipo della sola quota contributiva a 63 anni e quota retributiva ferma a 67 anni.

Per Tridico, la terza proposta sarebbe quella più sostenibile dal punto di vista finanziario. Ma c’è da registrare la freddezza dei sindacati, che non ritengono quanto delineato dall’INPS sufficiente a garantire un sistema pensionistico equilibrato.