2 Luglio 2019 - 14:22

Procedura d’infrazione, l’Italia avanza l’ipotesi del deficit al 2,04%

Infrazione

In questo modo, il Governo italiano potrebbe evitare la procedura d’infrazione. Entreranno in gioco anche le spese previste per RDC e Quota 100

Quando ci sono pericolose catastrofi da evitare, si deve scendere a compromessi. Anche se questo vuol dire non poter mantenere le proprie promesse elettorali. Il Governo italiano, infatti, ha in mente proprio questo. La riunione Ecofin, che deciderà se avviare o meno la procedura d’infrazione contro l’Italia, si avvicina (è il prossimo 9 Luglio). E l’esecutivo vuole tentare di fare una bella impressione, riuscendo ad evitare la procedura d’infrazione. Come? Mettendo un tetto al deficit pari al 2,04%.

Giuseppe Conte, su questo punto, è stato piuttosto chiaro. In pieno accordo con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aveva già promesso a Dicembre che sarebbe stato fissato un limite massimo oltre il quale non poter sforare. Limite che, a quanto pare, sarà rispettato, ottima mossa per mantenere l’Italia all’interno dei vincoli europei ed evitare qualsiasi procedura sgradita. Il Governo, fortunatamente, ieri ha raggiunto l’intesa sui provvedimenti per mettere il bilancio italiano al riparo.

Nel pacchetto che il CDM presenterà a Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione, entra anche un decreto legge che blinda in funzione anti deficit le minori spese previste per reddito di cittadinanza e Quota 100. Poche righe che valgono 1,5 miliardi di €, secondo gli esperti vicini ai dossier.

Questa mossa dovrebbe riportare il bilancio nei limiti già stabiliti dal tetto dell’Unione Europea. L’aggiustamento andrebbe oltre tre decimali di PIL, andando in direzione opposta al peggioramento dello 0,2% fissato nell’intesa di fine anno.

Una mossa molto astuta, che compenserebbe lo sforamento del 2018.