7 Marzo 2016 - 13:30

Profughi, la lezione di umanità del popolo greco

Profughi

Nell’Europa dal fervido credo delle frontiere chiuse a profughi e migranti che scappano da bombe, fame e guerra l’ultimo baluardo di umanità nel continente è rappresentato dalla Grecia e dal suo popolo. Nel paese ellenico dall’inizio dell’anno sono sbarcati quasi 100 mila profughi

[ads1] Pochi giorni fa il Premier greco Alexis Tsipras aveva dichiarato: “Stiamo facendo esperienza della più grande crisi dei rifugiati dalla seconda guerra mondiale. Il problema supera i poteri del nostro Paese, la forza di un governo e l’intima fragilità dell’Unione europea”; mentre nel Paese ellenico si susseguono centinaia di azioni umanitarie per aiutare i profughi. Ad oggi sono circa 30.000 i migranti e profughi intrappolati in Grecia vista la decisione scellerata da parte dei paesi balcanici di chiudere le frontiere, unico accesso all’Europa del Nord.

Ieri, di domenica, per circa 8 ore consecutive in piazza Syntagma ad Atene volontari hanno raccolto beni di prima necessità per profughi e migranti. Il popolo greco, nonostante la crisi economica senza precedenti che attraversa ininterrottamente dal 2008, ha risposto presente all’appello, inondando una delle piazze principali della capitale greca di una luce propria: quella dell’umanità, ormai sempre più affievolita nelle nazioni del Nord Europa.

Lume della ragione o dell’umanità, chiamatelo come volete, quello che è venuto a mancare pochi giorni fa nel vertice per l’emergenza profughi tra i paesi Balcanici e l’Austria, che ha sancito ufficialmente la chiusura delle frontiere al paese ellenico fino a nuovo ordine. Il vertice di Vienna è stato una pugnalata ai valori fondanti dell’Europa, di un continente che dovrebbe fungere da riparo incondizionato per i rifugiati, al popolo ellenico e al suo Governo che sta affrontando questa crisi immettendo tutto se stesso, com’è giusto che sia. 

Atene Calling, l’Europa fa finta di non sentire. Perchè le immagini che arrivano dal campo di Indomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, non possono lasciare indifferente un essere umano. Quasi 12.000 le persone che aspettano di passare: donne, bambini e invalidi lasciati a se stessi, senza alcuna cura da parte del governo macedone che apre le frontiere tre volte al giorno solo per far passare i treni merci provenienti dalla Grecia. La vita a Indomeni è stata raccontata magnificamente da un documentario girato dai giornalisti di Gazebo, andato in onda ieri su Rai 3.

Secondo la Teoria dell’Identità Sociale, formulata da John C. Turner gli individui tendono a categorizzarsi, a seconda delle situazioni e in diversi livelli di astrazione, come una serie di cerchi concentrici: i livelli intermedi di tale cerchio sono le identità, appunto, intermedie (es: italiano, europeo ecc). Per Turner, la prima categoria, la più importante, che accomuna tutti, è quella di condividere a pari livello l’essere umani, senza alcuna distinzione. Che ciò possa risuonare nelle teste dei tecnocrati europei: “Open the borders!”

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