5 Aprile 2016 - 18:09

Pubblico impiego, accordo tra Aran e sindacati sulla riduzione dei comparti

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L’intesa riduce a quattro i comparti del pubblico impiego: sanità, funzioni centrali, funzioni locali e conoscenze. Cgil: “Ora il governo non ha più alibi, si rinnovino subito i contratti pubblici”

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È stato firmato l’accordo tra Aran-agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione- e i sindacati che riduce a quattro i comparti del pubblico impiego.

Un accordo raggiunto la scorsa notte che arriva dopo mesi di estenuante trattativa e che pone finalmente le condizioni per il rinnovo dei contratti a 3 milioni di dipendenti pubblici, bloccati ormai da otto mesi dalla sentenza 178/2015 della Corte Costituzionale.

Pubblico impiego, accordoL’intesa è stata sottoscritta dalla maggior parte dei sindacati e divide la Pubblica Amministrazione in 4 settori:sanità, funzioni locali, conoscenze e funzioni centrali. La presidenza del consiglio rimane distinta. Sanità ed enti locali escono quasi immutati dalla riforma che però unisce l’università e la ricerca alla scuola e mette insieme in un unico comparto il resto dell’amministrazione centrale. La riduzione dei comparti determina anche una riduzione delle aree dirigenziali, sempre a quattro, seguendo quanto previsto dalla legge Brunetta.

Per trattare sui contratti e partecipare alla distribuzione di permessi e distacchi, ogni sigla sindacale deve raggiungere almeno il 5% nelle media di voti e deleghe e se il comparto di riferimento si allarga aumenta il numero di adesioni necessarie a superare questa soglia. Per scongiurare il rischio di scomparire a sigle più piccole, nell’accordo è stata stabilita la possibilità di alleanza e fusioni da portare a termine entro tempi precisi.

“Ora il governo non ha più alibi – scrive la Cgil in una nota emanata subito dopo la firma della riforma – Si rinnovino i contratti pubblici e lo si faccia subito”.

Siamo quelli che non hanno mai condiviso la legge Brunettaafferma la Cgil-che abbiamo lottato in questi anni affinché la riduzione dei contratti seguisse la logica delle aggregazioni omogenee per settore e arrivare quindi alla definizione di un contratto unico per sanità, funzioni locali, per tutte le funzioni centrali e per la conoscenza. Questo accordo dovrà portare alla difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, con il rinnovo dei contratti, e al rilancio delle politiche di settore per migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini”.

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