Putin accusa nuovamente la Turchia e sospende i negoziati
Dopo l’abbattimento del jet SU-24, nei giorni scorsi, da parte dell’aviazione turca, e i relativi duelli mediatici tra governo russo e turco, Putin solleva nuove critiche a Erdoğan
[ads1]Vladimir Putin punta ancora il dito contro il governo turco, il leader dell’esecutivo Recep Tayyip Erdoğan, e gli alleati più affezionati, in particolar modo gli Stati Uniti
Prima l’accusa dell’uccisione dei due militari russi, poi della collaborazione tra Turchia e lo Stato Islamico dell’ISIS, per l’approvvigionamento di petrolio in Siria, ed infine la sospensione dei negoziati per il gasdotto “Turkish Stream”. Un’ escalation che, sta man mano, inasprendo i già precari rapporti tra i due Paesi.
Un’invettiva proclamata dinanzi alla Nazione, cui acclude anche coloro che sono allineati con Ankara: in particolare, gli Stati Uniti che, invece, stanno sostenendo, in prima persona, il clima di destabilizzazione in Medio Oriente. Gli Americani escludono categ
oricamente qualsiasi contatto con lo stato Islamico, prendendo le parti di una Turchia, che nonostante sia membro dell’ONU, abbia stretti legami con gli organismi Europei, sotto la guida di Erdogan, si è mostrata particolarmente diffidente al processo democratico. Basterebbe ritornare al 2013, e alle proteste in piazza Taksim: una sollevazione popolare, duramente repressa dalla polizia turca, che causò la morte di vari manifestanti.
Tanto fu il clamore, che anche il Parlamento Europeo intervenne, prendendone le distanze. Ma si sa, è molto più semplice conclamare precetti, che renderli effettivi, soprattutto se questi fanno riferimento ai più elevati principi morali. Ma questa è un’altra storia.
Ritornando invece a questa vicenda, Erdogan ha accusato, a sua volta, la Russia di collaborare furtivamente con l’ISIS, avendo addirittura delle prove a sostegno.
Il motivo di tale vicinanza? Il petrolio, ovviamente.
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