Razzismo in Premier, non se ne può più: appello ai vertici del calcio
Numerose le vittime di razzismo in Premier League. Lettera congiunta delle principali associazioni di categoria ai boss di Twitter e Facebook
Questione del razzismo sempre più attuale in Premier League. Magari sarà colpa del lockdown che ha ulteriormente incattivito gli animi, magari sarà colpa del nazionalismo dilagante a seguito della Brexit, ma sono sempre più numerosi i calciatori colpiti in pieno da attacchi social riguardo etnia e colore della pelle, e tutto questo ha ormai stufato.
Varie le vittime, tra uomini e donne, ad essere colpiti sempre più ferocemente dagli attacchi social. Lauren James, calciatrice del Manchester United, Marcus Rashford e Axel Tuanzebe, entrambi del Manchester United, Antonio Rudiger e Reece James, del Chelsea, sono solo alcune delle vittime di questa becera usanza.
Premier League, Football League, federazione donne, Associazione calciatori, Associazione allenatori, Associazione arbitri e l’organizzazione Kick It Out hanno scritto una lettera congiunta al boss di Twitter, Jack Dorsey, e al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. La richiesta è forte e univoca. Richiamo al dovere dopo le promesse di qualche tempo fa “Le vostre piattaforme restano un paradiso per gli abusi e non è più accettabile. L’inerzia è stata interpretata come una resa. Facebook, Twitter e Instagram hanno miliardi di utenti e non combattere in modo serio questi comportamenti produce un senso di impunità”.
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