27 Maggio 2017 - 15:13

La recensione di “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar”

Pirati dei Caraibi

È arrivato il weekend tanto atteso dai fans della saga di “Pirati dei Caraibi”; il proscenio del quinto atto è interamente dedicato a Sparrow e al suo nuovo arcinemico Salazar

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Sei lunghi e quasi interminabili anni d’attesa. Questo il lasso di tempo necessario agli sviluppatori della fortunata saga dedicata agli eroi del mare per riportare sul maxi schermo Jack Sparrow e compagni. Un’attesa lunga, a tratti snervante, ma conclusasi proprio nel corso di questo weekend. “Tremate, tremate, i Pirati dei Caraibi son tornati”.

Il quinto episodio della saga targata Disney costituisce un crocevia importante, fondamentale quasi, nell’economia di un prodotto cinematografico che, dati alla mano (che dopo approfondiremo meglio), continua a funzionare meravigliosamente.

Perché?

Prima di rispondere al secondo “perché”, è opportuno trovare una soluzione al primo e neppur particolarmente complesso enigma, ovvero, donde l’importanza specifica di questo episodio.

Dove tutto ebbe inizio…

Ebbene, “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar è un banco di prova decisivo per il franchise americano; l’episodio costituisce una sorta di remake del lontano ed originario “Pirati dei Caraibi – La maledizione della Prima Luna”, un omaggio sincero al momento in cui tutto ebbe inizio.

Lo script, accorto ed accurato, propone una sorta di patto generazionale tra filibustieri navigati e nuove leve, che riflette, volutamente, anche l’entrata in scena di nuovi spettatori.

“La Maledizione della Prima Luna” ha quasi 15 anni e una fetta importante di pubblico, per motivi anagrafici, non lo ha visto al cinema.

È anche per questo che ciò che è stato dei film precedenti viene evocato saltuariamente come “mito” e celebrato come parte di un’epica consolidata.

Senza preoccuparsi di imprimere un marchio di fabbrica personale al film, Joachim Rønning e Espen Sandberg mirano esclusivamente a consegnare un prodotto spumeggiante e sinceramente riconoscente verso i primi fasti di una saga che hanno amato in tempi non sospetti, prima di raggiungere il successo.

I motivi del successo

Ora, dunque, possiamo rispondere al secondo quesito. La saga di “Pirati dei Caraibi” continua a funzionare perché resta coerente con sé stessa e col proprio target di riferimento.

Sparrow e soci sanno perfettamente ciò che il pubblico invoca a gran voce.

L’oceano di maledizioni e sortilegi che ha fatto la fortuna del franchise torna a plasmare una missione principale e alcune piccole sottotrame che mescolano con rinnovata freschezza azione e atmosfera.

Le nuove scorribande, più che scomodare grandi conglomerati che mirano al controllo dei mari, si affidano alle personalissime faccende che gettano nella mischia avventurieri della prima e dell’ultima ora.

Azzeccando il ritmo e cogliendo nuovamente lo spirito originario dei primi capitoli, il nuovo “Pirati” garantisce puro entertainment e dimostra, con i fatti, di meritare un quinto appuntamento con la saga.

La trama

Pirati dei Caraibi

In “La vendetta di Salazar” sono tanti i nodi a venire al pettine, ma, più di ogni altra cosa, a dominare è la sensazione che i conti non siano mai chiusi per i filibustieri del mare.

Per liberare Will dalla sua maledizione, il figlio Henry ha una sola possibilità: recuperare il Tridente di Poseidone.

Per farlo ha bisogno del pirata Jack Sparrow e di Carina Smith, una astronoma orfana, accusata di stregoneria.

Ma per arrivare al Tridente dovranno trovare il modo di sfuggire al terribile capitano Salazar, detto El Matador del Mar, ridotto a un morto vivente in cerca di vendetta proprio nei confronti di Sparrow.

L’analisi del film

Volendo sbizzarrirsi nelle infinite chiavi di lettura di una pellicola cinematografica, c’è un aspetto, o meglio, un tema che in “La vendetta di Salazar” ha il sopravvento su tutto il resto: il tempo.

Nel terzo capitolo del 2007 (“Ai confini del mondo”) c’è una scena tanto meravigliosa quanto significativa che vede protagonisti Barbossa, l’ex primo ufficiale della Perla Nera, e proprio il mattacchione Jack Sparrow con il primo che chiede a costui per quanto tempo ancora avrebbe continuato a  “credere di poterla fare in barba a tutto il mondo”.

“La Vendetta di Salazar” sembra voler rispondere, per conto di Jack, con un fatidico e orgoglioso “Finché avrò fiato in corpo”.

I pirati non muoiono mai, si rifiutano persino di pensarci.

Fluttuano nel tempo, percorrono infinite rotte, divengono protagonisti di storie, miti e leggende di cui le successive generazioni si alimentano sognando, un giorno, di poter vivere altrettante e sbalorditive avventure.

I pirati non accettano di farsi da parte e sono disposti a tutto pur di difendere e tutelare il proprio spirito di conservazione.

La massima aspirazione dei pirati della Disney ha tanto di esistenziale, a ben vedere.

Riguarda, senza troppi giri di parole, il diritto ad un eterno presente.

E’ una aspirazione utopica che diventa realtà. E nel farlo, lascia tutti noi col fiato sospeso.

Non c’è futuro nella vita dei pirati, ma solo un passato scomodo che periodicamente chiede il conto dei danni, estraendo dal cappello gente pericolosa che non perdona uno sgarbo subito in tempi più o meno remoti.

Il rifugio, dunque, è un presente avventuroso al quale aggrapparsi con le unghie e con i denti e da reputare indispensabile.

A chi dichiara di non essere a caccia di guai non c’è che da replicare: “Che orribile stile di vita!”.

È proprio questo way of life, in effetti, che i veterani dell’universo dei Pirati rivendicano con orgoglio.

I vecchi bucanieri del mare sembrano mostrare uno spirito “conservatore” che non mira a tutelare interessi acquisiti nel tempo ma a preservare uno stile di vita libertario al quale non intendono in alcun modo rinunciare.

Ritirarsi a vita privata non è un’ipotesi contemplabile e “avere una rotta” è un bisogno imprescindibile che indica molto più che una semplice destinazione.

Per queste persone, andare per mare è condizione necessaria per ricordare a se stesse di essere libere.

I primi numeri del box office

Inquietante il primo box office del weekend che vede, per quanto concerne le sale cinematografiche del Bel Paese, “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar” prepotentemente in testa con 1.2 milioni complessivi in appena due giorni.

Il target dei cinque milioni entro domenica sera è ancora possibile, anche se molto dipenderà dalla performance di sabato e domenica.

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