20 Luglio 2020 - 17:55

Recovery Fund: Conte “cautamente ottimista”

recovery fund Ungheria Polonia

Si fanno le ore piccole al quarto giorno di vertice. Conte si dice “cautamente ottimista”. Charles Michel ammonisce: “In caso di strappo presenteremo un’Europa debole”

Il quarto giorno di vertice termina alle sei del mattino. Una lunga e difficile notte di trattative in cui, non senza tensioni, sembrerebbe vincere l’ottimismo. Fiduciosa la cancelliera tedesca Angela Merkel, disposta alla possibilità di accordo sul Recovery Fund. Dello stesso avviso il premier Giuseppe Conte: “Stanotte c’è stata una svolta:dobbiamo essere ancora cauti, ma direi che sono cautamente ottimista.”

Il premier che, già in precedenza aveva mostrato il pugno di ferro contro le rimostranze dei “frugali”, ribadisce cautela e precisione: risorse “cospicue” per l’Italia e verifica comunitaria sui fondi. Ottimista anche la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen: “Sono positiva per oggi, non ci siamo ancora, ma le cose si muovono nella giusta direzione.”

La mediazione continua

Durante i primi giorni di vertice, con le rimostranze dell’olandese Mark Rutte, la mediazione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, era stata fondamentale. Oggi il presidente del Consiglio europeo ha ammonito i leaders, ricordando che “in caso di strappo, presenteremo il volto di un’Europa debole, minata dalla sfiducia.”

La notte insonne ha visto l’avvicinarsi di un accordo sulla cifra da assegnare a titolo di trasferimenti a fondo perduto. Ancora una volta, è stato necessario convincere i leader “frugali”, per aumentare la cifra a 390 miliardi, più 360 prestiti. Rimane acceso il dibattito riguardante la governance del Recovery fund, argomento principale delle dispute tra i leaders.

Michel ha detto che proporrà oggi una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e una a 390 miliardi.” ha spiegato il premier Conte di ritorno dalla lunga notte di trattative. La proposta originale andrebbe in contro a un taglio di 100 miliardi, ciò condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto.

Francia: l’ambizione di una grande politica europea

Durante la lunga notte di trattative, non sono di certo mancati i dissapori. Macron ha, infatti, perso la pazienza con i leaders frugali, sempre pronti ad avanzare nuove richieste: “Ci sono stati momenti molto tesi, ci sono momenti ancora difficili, ma senza dubbio ci sono stati progressi.” afferma il leader francese. Si parla dunque di compromesso capace, tuttavia, di “mantenere l’ambizione di una grande politica europea per il futuro dell’Europa”.

Il compromesso che mette d’accordo

Passo in avanti per la questione scottante della governance del Recovery Fund. L’Olanda, rappresentata da Rutte, aveva, infatti, richiesto il diritto di veto sui piani di riforma nazionali. Richiesta a cui il premier Conte aveva risposto con una “proposta italiana alternativa”. Fondamentale l’intervento di Michel, con la possibilità di un “super freno d’emergenza” da attivare in Consiglio solo a maggioranza qualificata. Viene così meno la possibilità di veto per il singolo Stato. Conte ha così commentato: “Abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai trattati.” Il compromesso sembra soddisfare anche l’olandese Rutte che si dice “contento, perché questa è stata una condizione cruciale per noi per essere in grado di costruire quel bilanciamento tra prestiti e sovvenzioni.”