Referendum: come voteranno i partiti sul taglio dei parlamentari
Tutte le posizioni politiche relative al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari previsto per i prossimi 20 e 21 Settembre
I prossimi 20 e 21 Settembre si vota anche per il referendum sul taglio dei parlamentari che, in caso di approvazione della legge, ridurrebbe i deputati a 400 (oggi sono 630) e i Senatori a 200 (oggi sono 315).
Si tratta di una consultazione elettorale di tipo confermativo: ciò vuol dire che per ritenerlo valido non ci sarà bisogno di raggiungere alcun quorum; basterà che uno degli schieramenti abbia ottenuto anche un solo voto in più.
L’appuntamento con le urne della prossima settimana, è al centro del dibattito politico; c’è chi (l’opposizione) vi vede un test anche per la tenuta della maggioranza, mentre dalle fila dell’esecutivo respingono qualsiasi sentore di vento di guerra.
Vediamo, perciò, quali sono le indicazioni di voto dei principali partiti.
I partiti per il sì
Voteranno per il Sì al taglio dei parlamentari i due partiti di maggioranza, Pd e M5S (e il Premier Giuseppe Conte), anche se al loro interno non manca chi si discosterà dalla linea prescelta. Punta ad uno “snellimento” delle due Camere anche Fratelli d’Italia, la cui leader Giorgia Meloni afferma: “Non mi sfugge che un’eventuale vittoria del No metterebbe in difficoltà la maggioranza. Ma non baratto qualcosa in cui credo per l’utilità del momento”. Sul fronte del Sì anche la Lega, dove il leader Matteo Salvini deve fare i conti con il parere contrario di, tra gli altri, Attilio Fontana (Governatore della Regione Lombardia), Giancarlo Giorgetti (vicesegretario del Carroccio) e Armando Siri (ex Sottosegretario)
I partiti per il No
Secco il No al referendum sul taglio dei parlamentari di +Europa (Emma Bonino) e Azione di Carlo Calenda il quale afferma che una decisione del genere (che messa così riduce la rappresentatività e complica il lavoro delle Camere) andrebbe accompagnata ad una riforma complessiva dell’istituzione parlamentare.
Libertà di voto
Lasceranno libertà di voto ai propri elettori, infine Forza Italia e Italia Viva. Gli azzurri, in particolare, appaiono spaccati sul voto: alla Camera la capogruppo Gelmini spinge per il Sì mentre la sua omologa al Senato Bernini è per il No, più vicina alla posizione del leader Silvio Berlusconi che dice:
“Così come la vogliono i grillini, questa riforma rischia di essere solo una manovra demagogica, che riduce la rappresentatività, la libertà e la nostra democrazia”.
Anche Renzi di Italia Viva crede che il taglio dei parlamentari da solo non basti: andava legato almeno ad una nuova legge elettorale; “Che vinca il Sì o il No per l’iter legislativo non cambia nulla. Se vuoi fare le riforme istituzionali sul serio, devi fare le cose per bene“.
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