11 Maggio 2016 - 17:43

Reggio Calabria, il Palazzo dell’arte e della cultura: tele di Dalì, Fontana e Guttuso strappate alla mafia

Arte a Reggio Calabria, il Palazzo della cultura e delle arti ospita le tele del boss

[ads1]È stato aperto il 7 maggio il Palazzo della cultura e delle arti di Reggio Calabria, uno straordinario contenitore culturale con all’interno opere d’arte dall’inestimabile valore, molte delle quali facenti parte della collezione privata del re dei videopoker Gioacchino Campolo.

Il Palazzo della cultura e delle arti di Reggio Calabria.

Il Palazzo della cultura e delle arti di Reggio Calabria.

Molte le opere strappate alla mafia sono ora fruibili e aperte alla collettività, l’incredibile collezione del boss è stata sequestrata dallo Stato, ed era variamente composta. Presenti nella residenza dell’uomo c’erano complessivamente 125 tele, in un arco cronologico ed artistico che và dal Seicento al Novecento.

Opere di de Chirico, di Fontana, e poi Guttuso, Dalì, Sironi e Carrà apppesi sulle pareti di casa, anche in bagno, o presenti nelle altre lussuose residenze del boss.

Il presidente della provincia Giuseppe Raffa ha chiesto da subito al giudice l’affidamento delle opere sequestrate al boss, una sfida vinta, a cui si aggiunge la cura usata nel predisporre le opere, e i sofisticatissimi sistemi di videosorveglianza di cui dispone l’edificio.

“Questo è lo stato che vogliamo”, ha commentato pieno di orgoglio l’assessore provinciale alla cultura e alla legalità Eduardo Lamberti Castronuovo.

L’edificio è imponente, con i suoi quattromila metri quadrati, ospita al primo piano la collezione ‘San Paolo’, con una serie di icone russe da urlo e il San Michele Arcangelo e il drago una volta attribuito ad Antonello da Messina, oltre allo spazio offerto a 250 artisti della città chiamati ad esporre le loro opere.

L’ultimo piano è invece adibito all’esposizione del bergamotto, fiore ad occhiello della produzione reggina, “Un museo nel museo, che mette in mostra i macchinari e illustra come funziona l’estrazione di questo agrume tipico che oggi sta vivendo una nuova popolarità, diventato importante anche per la gastronomia”, ha commentato Lamberti Castronuovo, che ha espresso la sua soddisfazione con queste parole: “Un segnale e un monito, il simbolo del recupero di un patrimonio restituito alla comunità.

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