26 Novembre 2015 - 19:36

Renzi, l’Italia al fianco della Francia per il fronte anti-Isis

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Matteo Renzi tende la mano a François Hollande. All’Eliseo, il vertice tra i due leader, per ribadire il clima di collaborazione tra Francia e Italia

[ads1]Dopo aver incontrato Angela Merkel, David Cameron e Barack Obama, il presidente della Republique Hollande ha tenuto un vertice, quest’oggi, con il capo dell’esecutivo Italiano, Matteo Renzi.

I due non solo confermano gli intenti cooperativi, ma forniscono una soluzione dura e risolutiva all’emergenza terroristica.

È tempo di organizzare gli eserciti e stabilire una strategia concertata: l’Occidente non può più attendere, dovendo invece mostrare quella supremazia politica, economica e morale che ha permesso, negli anni, di imporsi, egemonizzare e, di conseguenza, minare l’autodeterminazione altrui.

Al di là della retorica corrente, i fatti di Parigi del 13 novembre hanno spinto alla mobilitazione. L’Italia, rinnova un’intesa oramai secolare, affiancando la Francia non solo nell’attuale lotta al terrorismo, ma anche in altre operazioni militari, quali Iraq, Afghanistan, Libano, e Africa.

Renzi invita ad una coalizione “ampia”, un fronte comune per una comune lotta all’Isis. “C’è la necessità di una coalizione sempre più ampia che porti alla distruzione del disegno atroce che esso rappresenta“, ha sottolineato il premier al termine del summit.

Dopo la richiesta, da parte della Francia di assistenza e aiuto, e dopo l’attivazione, da parte dei ministri della difesa dell’UE della clausola prevista dall’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona – clausola di assistenza militare reciproca l’opzione per una spedizione militare è condivisa: da Londra, David Cameron sollecita l’ok della Camera dei Comuni per il lancio di raid anti-Isis, da Berlino la Merkel promette Tornado di ricognizione e una nave da guerra.

L’obiettivo è la quella stessa Siria scelta dall’Isis come base operativa, ma anche la stessa Siria di quell’Assad, per nulla disposto alla mediazione con l’Occidente, e quella stessa Siria, ricca di risorse e lembo di terra da cui poter confluire verso il blocco medio-orientale.

Ovviamente, tutti attendono una mossa decisa degli Stati Uniti, che in Medio Oriente ha parecchie carte da giocare.

Obama ha due possibilità: una reazione cauta, prediletta in quest’ultime ore, o la solita messinscena, alla Bush junior, pseudo democratica, volta al consenso popolare, come fu per Iraq e Afghanistan, post 11 settembre.

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