3 Novembre 2015 - 21:23

Renzi, l’Italicum e la democrazia rappresentativa

Per bocca dell’On. Lauricella, schierato da poco con il segretario/premier Renzi, l’Italicum rischia una serio cambio di rotta. L’eliminazione del ballottaggio e la modifica del premio di maggioranza avvantaggerebbero solamente alcune forze, oscurando tutte le altre

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Il 2015 per l’Italia è stato un anno di “grandi manovre” e forti rivoluzioni in determinati settori.

Si è passati, infatti, dal “rivoluzionario” Jobs Act, che ha rimodulato il mondo del lavoro, alla “Buona” scuola, che ha modificato le regole di ingaggio e gestione dell’istruzione, fino alla riforma costituzionale, che ha stravolto il bicameralismo perfetto per approdare al “monocameralismo legislativo”.

In questo marasma generale di “stravolgimento settoriale” si posiziona anche una delle più controverse attività della maggioranza di governo inerente la nuova legge elettorale: l’Italicum.

Nato in contemporanea con la riforma del Senato, data la disciplina unica dell’elezione per la Camera dei deputati, l’Italicum è stato da sempre presentato come la legge che avrà il compito di garantire la governabilità nazionale.

Fondato su un voto indiretto per i capi lista e il ritorno delle preferenze per gli altri candidati, il nuovo sistema elettorale si caratterizza per due grandi novità:

  1. l’attribuzione del premio di maggioranza per la lista che raggiunge il 40% dei consensi;
  2. l’eventualità di ballottaggio in caso di mancato raggiungimento della soglia citata;
Italicum

Italicum

Il sistema italicum, concepito dopo le elezioni europee (dove il Pd ha conquistato il 41% dei voti), nasce in un momento di eccessiva sicurezza per i “democrats” che, convinti di mantenere le stesse cifre di quella tornata, hanno realizzato il tutto pensando di non dover neanche lottare più di tanto per ottenere la vittoria.

Con il passare del tempo, però, i calcoli portati avanti dai diversi “strateghi” non si sono rivelati del tutto giusti e addirittura, in diversi sondaggi presentati, si evidenzia  la possibilità di capitolare con gli altri competitors (vedi M5S ).

L’immodificabile legge elettorale (a detta del Segretario/Premier Matteo Renzi) non attribuendo i bonus previsti andava spuntata. L’occasione propizia si è presentata alla Camera dei deputati quando, il 28 ottobre scorso,  l’onorevole Giuseppe Lauricella, ha presentato una proposta di modifica della legge che, in ogni caso, riesca a dare soddisfazione all’attuale maggioranza.

La modifica prevede sia l’abolizione del ballottaggio, campo in cui il partito di Renzi rischia maggiormente con i pentastellati, che il premio di maggioranza (da non attribuire in caso di mancato raggiungimento del 40%).

La giustificazione di questo improvviso cambio di rotta è stata quella di evitare un “effetto Parma di dimensioni nazionali”.

L’improbabile proposta contribuisce a sviluppare, in sostanza, due terrificanti conseguenze politiche e rappresentative per la nostra povera penisola.

In primo luogo si escluderebbero dalla possibilità di vittoria della competizione tutte le forze alternative a quella dem (in particolar modo l’M5S), in quanto, data l’irraggiungibile soglia, l’ago della bilancia penderebbe sempre a favore delle forze convenzionali (di solito coalizzate sotto un unico nome) e da sempre “al comando”.

Inoltre, data la reale possibilità di non ottenere un risulatato come quello considerato nella legge, si spalancano le porte ad una serie infinita di governi di “solidarietà nazionale” fondati sul “compromesso” e sull’assegnazione di cariche di governo a questa o a quella forza.

L’immodificabile Italicum rischia di cambiare da un momento all’altro e l’alternativa è ancor peggio della (brutta) copia originale.

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