Renzi, i dati ufficiali delle primarie e il progetto annunciato
Renzi, con la nuova incoronazione interna, torna con maggiore legittimazione nell’arena politica italiana. Minoranze e Governo i soggetti più esposti alle ire del confermato segretario
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Le primarie del PD si sono chiuse ormai da diversi giorni con la scontata vittoria del segretario uscente Renzi e in casa democrat si inizia a delineare un piano annunciato da diverso tempo.
La schiacciante, quanto annunciata, vittoria dell’ex Presidente del Consiglio, infatti, non solo ha rimodellato la gestione interna del partito ma ha anche riportato lo stesso establishment in una posizione dominante da diversi punti di vista.
Come in altre occasioni, quindi, il “Sindaco d’Italia” (come amava definirsi soprattutto durante nel primo periodo) ha tra le mani l’arma istituzionale/politica con cui potrà intervenire, questa volta senza nessun tipo di ostacolo, praticamente su qualsiasi argomento.
Partendo dall’ambito interno, si può dire che grazie tanto alla legittimazione dei numeri quanto all’esigua minoranza, qualsiasi essa sia realmente, Renzi ha riacquisito il “potere” di condurre il partito a modo proprio.
Facendo leva su quel 70% di consensi ottenuti dalla competizione interna, difatti, il confermato segretario da un lato potrà imporre la sua politica senza alcun tipo di contraddittorio, nonostante l’annunciata lotta di Emiliano (troppo debole politicamente per potersi opporre al suo diretto “concorrente”), e dall’altro gestire a sua immagine un partito fin troppo lontano dall’ambito della sinistra e del centro-sinistra.
In questa nuova situazione all’interno del PD, che garantirebbe esclusivamente nuovi movimenti a livello politico/elettorale, a subirne tutte le conseguenze è senza dubbio l’esecutio “fotocopia” guidato da Gentiloni.
Grazie alla nuova vita all’interno del partito, Renzi ha in mano tutte le carte per condizionare la legislatura, l’attività istituzionale e anche la durata reale di esecutivo e legislativo.
Legge elettorale, aumento dell’IVA e nuove interventi in ambito sociale saranno tutte argomenti a disposizione dell’ex Premier per costruirsi al meglio una futura campagna elettorale, facendo leva su quanto non fatto ma sbandierato politicamente durante il suo nuovo mandato da segretario.
A tutto ciò, infine, si collega quella voglia di prevalere in tutto e per tutto nelle decisioni nazionali, che mostra quanto la lezione del referendum del 4 dicembre non sia servita a niente, tanto da preferire scavalcare tutto e tutti, nascondendosi dietro slogan sul “bene del Paese”, piuttosto che ascoltare quali riechieste reali ci siano all’interno di uno Stato ormai allo sbando a causa soprattutto di sue scelte fin troppo dalla parte dei “potentati” di turno.
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