Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo
Nuovo appuntamento per la stagione della Grande Arte al Cinema. Stasera e domani arriva nelle sale italiane il docufilm della regista Margy Kinmonth dedicato alle avanguardie russe: Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo
[ads1]
Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo è un documentario che racchiude, in occasione del suo centenario, il racconto storico e artistico della rivoluzione bolscevica del 1917.
A cura di Margy Kinmonth, pluripremiata autrice della BBC, attraverso preziose immagini d’epoca e odierne, con l’accesso privilegiato a collezioni di importanti istituzioni russe, e con i contributi di artisti contemporanei, di esperti d’arte e le testimonianze dirette dei discendenti dei protagonisti di quegli anni, Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo è la disamina del fermento che l’arte apportò alla realtà contingente.
In Russia, dopo il 1917, si era venuto a delineare un quadro sociale diverso da quello che aveva favorito le altre avanguardie: per un certo periodo i moti rivoluzionari diedero la possibilità agli artisti, figli di quel contesto storico (Rodčenko, Tatlin, i fratelli Stenberg, ecc), di partecipare attivamente alla formazione di una società comunista.
Interni all’arte modernista, questi fenomeni artistici furono influenzati dal contesto storico, anzi, in alcuni casi furono addirittura lungimiranti di anni, se non di decenni. I fondamenti realizzati nell’arte costruttivista di Vladimir Tatlin (1885-1953) sembrarono anticipare le trasformazioni della Rivoluzione Russa, prima che essi venissero affermati nella società comunista: “Ciò che accadde dal punto di vista sociale nel 1917 era stato realizzato nel nostro lavoro di pittori nel 1914, quando materiali, volume e costruzione furono assunti come fondamenti” scrisse l’artista.
La storia di pittori come Chagall, Kandinskij, Malevič e di altri pionieri rese allora possibile una sfida poi rimasta meramente utopica: costruire una nuova arte per un nuovo mondo! Eppure quell’idea di cambiare lo stato delle cose, solo pochi anni dopo, fu bruscamente repressa e disconosciuta, non solo in Russia: negli anni ’30 e ’40 le condizioni politicamente instabili dell’Europa contribuirono alla rimozione delle esperienze avanguardistiche, represse dai regimi fascisti e stalinisti, che poterono rinascere, profondamente mutate, solo nell’Europa Occidentale del dopoguerra.
Ma gli anni dal 1912 al 1914 erano stati davvero anni cruciali, rivoluzionari nel mondo dell’arte, non solo russa: nuove forme di pittura, ovvero l’astrattismo e il cubismo, surclassarono la tradizione della rappresentazione, mentre la costruzione e il readymade sfidarono la scultura figurativa.
L’arte si liberava allora dell’imperativo figurativo, come di ogni legame letterario e religioso. La stessa centralità del corpo umano era stata ormai superata, sostituita dall’esplorazione dei materiali industriali e dei prodotti commerciali. La forma ora doveva esaurire il contenuto emozionale dell’opera. Così il potenziale dell’astrattismo veniva espresso in maniera pura ed elementare, trascendendo lo stesso mezzo linguistico: era il ritorno al grado zero della pittura, come auspicato dal Suprematismo di Malevič.
Quegli anni vengono ora celebrati nell’ambito della stagione della Grande Arte al Cinema con Revolution – La Nuova Arte per un Mondo Nuovo, distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital, solo il 14 e 15 marzo e solo nelle sale convenzionate, con i media partner Sky Arte HD e MYmovies.it.
[ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
Harry Windsor e Maghan Markle, la famiglia reale rema contro
ARTICOLO SUCCESSIVO
SuperEnalotto: ecco i sei numeri vincenti di martedì 14 Marzo