18 Settembre 2021 - 17:36

Riforma pensioni: addio a Quota 100

pensioni, quota 102 opzione donna

Si sospettava ed ora è divenuto realtà: la riforma pensioni spazzerà via quota 100 entrata in vigore con il governo Conte.

E’ ufficiale: il 31 Dicembre 2021 diremo addio alla Quota 100 entrata in vigore con il governo Conte. Si avvicina la fine dell’anno e con esso le incombenze dello scostamento di bilancio che porterà ad una nuova riforma pensioni.

Quota 100 (decreto legge n4 del 2019) – una delle forme in tema pensionistico più amata dagli italiani – ha introdotto la possibilità ai lavoratori dipendenti o autonomi sessantaduenni, con almeno 38 anni di contributi versati, di andare in pensione. Il nome quota 100 deriva dalla possibilità di andare in pensione se la somma degli anni d’età e quella dei contributi ammontava, appunto, a 100.

La decisione di abolire definitivamente è puramente legata alla prestazione economica della stessa. Questa legge, infatti, risulta dispendiosa e deludente su molti fronti. Per il 2022 è prevista una riforma pensioni, come ha già confermato il ministro dell’economia e delle finanze del governo Draghi, ossia Daniele Franco.

«Sono fiducioso che il governo troverà una soluzione fra queste diverse esigenze nella Legge di bilancio», ha affermato Franco, che poi ha chiarito: «Non posso indicare la soluzione che abbiamo in mente, deve essere discussa nel governo, ma sono fiducioso che troveremo il giusto equilibrio e che questo avrà il sostegno di tutto il governo». 

Quali possono essere le alternative a Quota 100?

Una delle ipotesi previste per la riforma pensioni del prossimo anno, sembra essere la possibilità di accedere al fondo pensionistico con un età media di 63 anni e solamente 20 contributi versati come limite minimo. Sostanzialmente due anni lavorativi in più, ma con meno contributi alle spalle.

La Quota 41 come proposta, invece, risulta essere definitamente bocciata essendo tra quelle economicamente più pesanti da affrontare. La Quota 41 si impegnava a ridurre i contributi, sia per gli uomini che per le donne, al numero minimo 41 senza vincoli anagrafici.

Tutto resta ancora aperto e le pensioni, ancora una volta, risultano un tema caldo da affrontare per qualsiasi governo si insedi.