19 Agosto 2017 - 11:17

Riforme: la lunga strada che porta a settembre

Camera

Riforme al vaglio del Parlamento a partire da settembre. Quanti dei provvedimenti annunciati riusciranno a vedere la luce?

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Uno degli sport più diffusi nella calda estate italiana è stato, senza dubbio, il rinvio a settembre. Questa pratica, diffusa in contemporanea con il vaglio di diverse riforme da parte della Corte Costituzionale (Jobs Act e Riforma dei forestali su tutte), ha portato alla costruzione di un fitto calendario in vista della ripresa dei lavori parlamentari.

Con questo nuovo grande calderone creato, in cui è stato inserito praticamente di tutto (dallo Ius soli, al biotestamento, ai vitalizi parlamentari passando per legge elettorale e finanziaria), sono sorti una serie di dubbi che permettono di identificare un solo, unico, progetto.

In pratica, considerando l’imminenza delle elezioni politiche, è possibile stabilire un iter specifico che porterà solo ed esclusivamente a sbrigare l’ordinaria amministrazioni, facendo venir meno quanto stabilito durante i periodi estivi.

Riforme

In sostanza, riforme come lo Ius soli, il biotestamento o la riduzione dei vitalizi non vedranno mai la luce per due semplici ragioni.

La prima, di natura tecnica, riguarda tanto la tempistica quanto la priorità di alcuni provvedimenti da affrontare da settembre fino a fine Legislatura.

Infatti, sia la legge elettorale – che richede una nuova mediazione politica per arrivare a delle regole entro la fine del mandato – che la legge finanziaria occuperanno la quasi totalità del tempo a disposizione per l’importanza e l’urgenza che le stesse riforme richiedono da quel momento fino alla scadenza della Legislatura.

Questo dato, che già in parte chiarisce il perchè sarà impossibile affrontare tutto nei pochi mesi rimasti, si riccollega direttamente ad un secondo elemento che è riconducibile all’ambito propagandistico/elettorale.

Avendo annunciato dei provvedimenti che non avranno mai la possibilità di andare in porto, a causa soprattutto della litigiosità interna alla maggioranza su quelle tematiche – dove stranamente non è stata posta la fiducia – , si cercherà di dare la colpa da un lato al tempo, tiranno rispetto al tranquillo iter che furbescamente si è pubblicizzato, e dall’altro agli avversari/alleati, colpevoli – a vario titolo – di aver contrastato la buona riforma che il partito di maggioranza relativa avrebbe voluto approvare (mentendo sapendo di mentire anche in questo caso).

 

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