21 Novembre 2020 - 12:00

Ristori-Ter: ecco il decreto delle “sospensioni”

imprese Contributo a fondo perduto

Grande attesa per il Decreto Ristori-Ter, in programma sospensioni fiscali fino a 50 milioni di fatturato. Ecco chi potrà usufruirne

Nella notte tra il 20 e il 21 Novembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge Ristori-Ter. Grande attesa da parte di imprese e imprenditori. Il decreto, infatti, punta al sostegno delle attività attualmente in stallo a causa del lockdown localizzato.

Il decreto punta sulle sospensioni fiscali per le imprese che abbiano fatturato fino a 50 milioni di euro e che abbiano subito perdite di almeno il 33%. Ad essere preso in considerazione, con molta probabilità, sarà il confronto tra il primo semestre 2020 e il primo semestre del 2019 per le tasse in scadenza nel mese di novembre.

Ristori-Quater

Ancora fresco di Consiglio, si pensa già alla fase successiva, con il Ristori-Quater ancora nel cassetto. Ancora una volta, si punterebbe sulle sospensioni fiscali, probabilmente considerata la manovra più fattibile, anche in vista dei tempi ristretti. La pressione aumenta e il mese di dicembre, con tutti i risvolti relativi a una perdita economica ancor più sostanziale per imprese e piccoli imprenditori, si avvicina. Si parla di 8 miliardi, di cui 1,3 miliardi recuperati dai precedenti decreti anti-crisi mai utilizzati.

Il calendario Ristori

Potranno usufruire delle sospensioni fiscali le imprese che abbiano raggiunto un fatturato fino a 50 milioni e che abbiano subito perdite di almeno il 33%. Oltre alle sospensioni di IVA, si aggiunge lo stop anche agli acconti di Novembre, appuntamento rinviato al 27 Dicembre.

Al 10 Dicembre, invece, viene rimandata la rottamazione delle cartelle, lo stesso giorno in cui i contribuenti, con rate pendenti nella sanatoria dei ruoli, sarebbero stati chiamati alla cassa.

In stallo l’Irap e il blocco Tari

Ancora in fase di svolgimento le misure da adottare per la questione dell’Irap per tutte quelle imprese che abbiano raggiunto gli 800 mila € degli aiuti. Il problema sorge nel momento in cui dall’esenzione del saldo agli acconti del mese di giugno supererebbe il planfond, ovvero l’importo limite del fido bancario.

Rimane aperta la questione della Tari. A tal proposito, venerdì è intervenuta l’Anutel (uffici tributi degli enti locali), che ha chiesto al ministro dell’Economia Gualtieri una norma che permetta di uscire dall’impasse burocratica e contraddittoria, essendo le attività attualmente chiuse.

Lo zampino del premier

La voce del premier Conte si fa sentire con l’ipotesi di uno stop alle tasse e ai canoni per l’occupazione del suolo pubblico anche per l’anno 2021. L’obiettivo sarebbe quello di favorire le categorie maggiormente colpite dai lockdown, tra cui bar e ristoranti. La manovra ha trovato largo spazio anche sul piano locale e regionale, forse una delle poche misure che ha trovato d’accordo le diverse cariche istituzionali.

Durante l’emergenza, infatti, il tradizionale iter burocratico, particolarmente difficile da superare, è stato in parte messo all’angolo, con l’obiettivo di facilitare bar e ristoranti. I  piccoli imprenditori hanno dovuto, infatti, adattarsi tempestivamente alle misure e limitazioni dei Dpcm. Burocrazia e tempestività suggeriscono una contraddizione in termini, per cui, con molta probabilità, l’alleggerimento delle “scartoffie” poterebbe essere una buona occasione per fare un passo in avanti in questo senso e essere riconfermato per gli anni successivi all’emergenza.