Roberto Benigni: il monologo su “Il Cantico dei Cantici”
Nella serata delle cover di Sanremo 2020, l’attore toscano Roberto Benigni “canta” sul palco dell’Ariston, “la canzone delle canzoni”, un inno all’amore
Mancava al Festival di Sanremo da undici anni: l’ultima volta approdò sul palco dell’Ariston per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e si lanciò nell’esegesi dell’inno di Mameli, questa volta Roberto Benigni ha voluto alzare l’asticella stupendo il pubblico dell’Ariston (e quello sintonizzato su Raiuno) con l’esecuzione della “canzone delle canzoni”, “Il Cantico dei Cantici”.
“Qui c’è erotismo puro, un frammento di infinito. L’infinito messo alla portata di tutti noi”, afferma il premio Oscar toscano che si prende la scena all’Ariston dopo aver percorso il red carpet di Via Matteotti, visibilmente emozionato ma che non rinuncia mai a qualche bordata satirica:
“Bisognerebbe fare di più l’amore, anche qui all’Ariston, tutti a fare l’amore diretti da Beppe Vessicchio”.
Perchè Roberto Benigni è così: coniuga sacro e dissacrante, alto e basso. Se inizialmente “sfrutta” Amadeus per un breve sketch in cui, celebrando la storia del Festival, non manca di fare riferimento all’attualità politica italiana (Quest’anno a Sanremo 2020 si può votare anche tramite citofono), poi rimane solo sul palco con il suo “furore” interpretativo. E tu non puoi far altro che rimanere lì ad ascoltarlo imbarazzato, forse, come davanti ad uno che ti ha chiesto di spogliarti in una sala piena di gente.
E’ icastico e immortale Benigni, e forse ti ricorda perchè lui e nessun altro interprete in Italia può fregiarsi davvero del titolo di Premio Oscar, quando chiude la sua esegesi così:
Chi Dara’ la sua vita per amore, la salvera’ e non la perdera’
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