Roma, il primo mercato di Friedkin: Smalling al photofinish ma serve un DS
L’acquisto di Chris Smalling all’ultimo respiro ha salvato il mercato estivo della Roma ma Friedkin ora deve assolutamente ingaggiare un direttore sportivo
L’acquisto di Smalling all’ultimo respiro è stato il modo migliore per spiegare un mercato “anomalo” per la Roma di Dan e Ryan Friedkin. I nuovi proprietari del club giallorosso sono stati decisivi nella trattativa per il centrale inglese, intervenendo in prima persona con il Manchester United quando il tutto sembrava ormai sfumare.
Intervento decisivo per salvare Smalling
Ma una volta depositato il contratto, è emerso un secondo intoppo: l’assenza di un documento legato all’indice di liquidità della società. Anche qui, Dan Friedkin si è mosso in prima persona, interpellando la Lega con l’aiuto di un avvocato e chiamando in causa la FIGC. Quest’ultimo ha dato assenso ad allegare il documento mancante nonostante la Roma sia arrivata fuori tempo massimo per poter consegnare il tutto. Ma essendo un trasferimento di tipo internazionale, è stata concessa la deroga di poter completare il tutto anche dopo le 20 di lunedì 5 ottobre, così che la Roma ha potuto riabbracciare ufficialmente Smalling.
Ma la trattativa per portare il centrale inglese dal Manchester United ha fatto capire soprattutto una cosa: la Roma ha bisogno di un direttore sportivo. Infatti, dopo il licenziamento di Gianluca Petrachi, la società giallorossa si è affidata alle mani del CEO Guido Fienga e a due intermediari per gestire le trattative. Una mossa che non ha aiutato molto in termini di rapporti con gli altri club e non ha reso la Roma una delle protagoniste del mercato.
Un altro esempio è la gestione di Stephan El Shaarawy: a causa dei rallentamenti tra Perotti ed il Fenerbahce (poi andato a buon fine), si sono persi i tempi tecnici per poter definire l’affare con lo Shanghai Shenhua e Fonseca si ritrova senza una valida riserva di Mkhitaryan e Pedro sulla trequarti, visti anche gli addii di Kluivert e Cengiz Under. Si poteva fare sicuramente meglio in questa circostanza e la dirigenza lo sa.
Operazioni ok: il bilancio sorride
Di salvabile, oltre all’acquisto a parametro zero dello spagnolo ex-Chelsea, ci sono le operazioni Kumbulla e Borja Mayoral ma Fonseca forse si aspettava qualcosa di più per competere su tre fronti (Serie A, Europa League e Coppa Italia). Ma tutto sommato il bilancio sorride: la Roma ha ottenuto una plusvalenza di 14,5 milioni di euro. Inoltre si è “liberata” di 24,6 milioni di ingaggi dai calciatori in esubero. E molti sono ancora in lista di sbarco (Fazio, Juan Jesus su tutti).
Vento di cambiamento
In realtà, in casa Roma è già iniziata una mini-rivoluzione: ha salutato il dg Mauro Baldissoni e potrebbe saltare qualche altra testa. Ma, come detto, la priorità del gruppo Friedkin adesso è quella di trovare un nuovo direttore sportivo, già in vista per il mercato di gennaio.
Nell’ambiente romano si parla di un accordo con Fabio Paratici, attuale ds della Juventus, pronto a prendersi la poltrona nella prossima stagione. Ma, viste le ultime situazioni di mercato, potrebbe diventare una priorità nell’immediato.
Il nome caldo è quello di Andrea Berta, dirigente che per anni ha operato nell’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Poi c’è quel Ralf Rangnick che si è proposto da tempo ma che vorrebbe un ruolo più centrale e di responsabilità rispetto ad un normale ds. Infine, la suggestione che porta ad un ritorno di Francesco Totti nella dirigenza. Improbabile un ritorno di Gianluca Petrachi, seppur l’ex-ds non ha chiuso porte alla nuova proprietà.
I Friedkin rifletteranno attentamente sul da farsi e capire chi potrà essere il profilo ideale per riportare la Roma ad essere protagonista sul mercato. Inizia ufficialmente la nuova era giallorossa.
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