Salerno, smantellata una rete di spaccio con diramazioni internazionali
L'indagine ha permesso di ricostruire i percorsi della droga proveniente da Spagna e Sud America, destinata a soddisfare la crescente domanda nel capoluogo e nella Valle dell'Irno
Un’organizzazione dedita allo spaccio di droga ha trovato il suo epicentro nei pressi di una chiesa a Salerno, nel quartiere di Fratte, con estensioni anche a Baronissi e altri luoghi frequentati come fermate dell’autobus e parcheggi. È quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Salerno, che ha recentemente portato all’arresto di 14 persone nell’ambito di un’operazione condotta dall’Antimafia.
Traffico di droga da Spagna e Sud America: le rotte del mercato illecito
L’indagine ha permesso di ricostruire i percorsi della droga proveniente da Spagna e Sud America, destinata a soddisfare la crescente domanda nel capoluogo e nella Valle dell’Irno. Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, l’organizzazione ha continuato a operare indisturbata, adattando il suo modus operandi per sfuggire ai controlli, con consegne su strada e a domicilio, evitando intercettazioni e controlli delle forze dell’ordine. Tra le sostanze spacciate vi erano hashish, cocaina e marijuana, con un mercato che si estendeva anche fino all’Irpinia e ad altre regioni come Basilicata e Puglia.
Frodi e riciclaggio: immobili e società per nascondere i profitti
Due dei principali indagati sono accusati anche di trasferimento fraudolento di valori per evitare il sequestro dei proventi illeciti. Attraverso intestazioni fittizie di immobili a Baronissi e una società a Salerno, gli indagati avrebbero cercato di nascondere i guadagni derivati dalle attività di spaccio, una strategia tipica per eludere le indagini e il sequestro dei beni. Gli interrogatori per questi capi d’accusa sono previsti nei prossimi giorni davanti al Gip.
Logistica e collaboratori internazionali
Nel periodo tra il 2020 e il 2021, come riportato anche dal quotidiano SalernoToday, le indagini hanno portato alla luce un sofisticato sistema di spedizioni di droga gestito dall’indagato, considerato il capo della rete internazionale. Con base in Spagna, un suo collaboratore fungeva da intermediario per l’organizzazione, garantendo l’arrivo regolare di hashish in Italia.
Il traffico di cocaina seguiva invece una rotta diversa: proveniente dal Sud America, veniva nascosta tra motori e container destinati al porto di Salerno, dove un autotrasportatore – anch’egli arrestato – facilitava lo smistamento dei carichi, che a volte raggiungevano quantità impressionanti di 250 chili.
Carichi intercettati e connessioni con la criminalità organizzata
Durante l’indagine, le forze dell’ordine hanno intercettato carichi di cocaina destinati al gruppo, tra cui 400 chili bloccati al porto di Civitavecchia. Le autorità ritengono che l’organizzazione avesse connessioni con clan di camorra e ‘ndrangheta, come suggerito dalle intercettazioni. Una porzione dei guadagni veniva destinata agli spacciatori locali, generando un giro d’affari milionario.
L’inchiesta, ancora in corso, ha portato alla luce un modello criminale capillare e sofisticato, che continua a destare l’attenzione degli inquirenti su possibili ulteriori sviluppi.