13 Aprile 2018 - 11:08

Scarlattina: sintomi, terapia e tempi di guarigione

scarlattina

Una delle malattie esantematiche più diffuse è senz’altro la scarlattina. Vediamo quali sono i sintomi, le cure ed i tempi di guarigione

La scarlattina è una malattia esantematica infettiva infantile molto comune. Viene causata da un particolare ceppo di streptococco (streptococco Pyogenes). Si tratta, infatti, dell’unica malattia esantematica che non viene causata da un virus, come invece succede per il morbillo e la varicella. Al giorno d’oggi la scarlattina è meno frequente e pericolosa, grazie alla diffusione degli antibiotici. In passato, questa malattia era una delle principali cause di morte per via delle sue complicazioni, come febbre reumatica e glomerulonefrite.

Contagio e sintomi

Il contagio avviene per via aerea ed i batteri si diffondono tramite le goccioline disperse nell’aria quando un individuo malato respira o tossisce. Il periodo di incubazione dura almeno 48 ore, in seguito alle quali appaiono i primi puntini rossi. Inizialmente sul collo e sulla parte superiore del tronco, per poi generalizzarsi su tutto il corpo nell’arco delle successive 24 ore. Compaiono inoltre mal di gola, cefalea e febbre (39°-40°), causata da tossine pirogene che agiscono sul centro termoregolatore dell’ipotalamo. Il viso risulta arrossato, ad esclusione della zona intorno alla bocca, e sulla lingua appare una patina biancastra che successivamente sparisce lasciando il posto ad una superficie rosso vivo.

Terapia

Come succede in genere per le malattie da streptococco, senza una cura antibiotica possono sopraggiungere febbre reumatica o glomerulonefrite. Per essere certi della diagnosi, il medico può prescrivere un tampone faringeo. Per alleviare la febbre, è possibile somministrare il paracetamolo. È consigliabile, infine, bere molta acqua.

Tempi di guarigione

Dopo alcuni giorni, la febbre cala, le macchie spariscono e può verificarsi una copiosa desquamazione della pelle, soprattutto in mani e piedi. La legge prevede la riammissione a scuola due giorni dopo la completa guarigione, onde evitare possibili contagi. Al momento non esiste un vaccino e l’unica profilassi consiste nel tener lontano il bambino dai soggetti affetti.

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