15 Maggio 2023 - 17:14

Sciopero degli sceneggiatori: la distopia è arrivata a Hollywood

La WGA ha indetto lo sciopero degli sceneggiatori statunitensi, con il conseguente stop di molteplici programmi e serie tv. Una prospettiva desolante e distopica tra salari bassi e un'intelligenza artificiale che minaccia la creatività umana

Gli sceneggiatori statunitensi sono in sciopero! Agli inizi del mese di maggio la WGA (Writers Guild of America), il sindacato che tutela i diritti degli sceneggiatori statunitensi- più propriamente quelli di Hollywood- ha fatto fermare i suoi lavatori, con il conseguente blocco di molteplici produzioni di programmi e serie tv che, nel caso di protragga nel tempo, potrebbe slittare direttamente al 2024.

Ma andiamo nel dettaglio e scopriamo quali sono state le legittime motivazioni che hanno spinto la WGA a indurre lo sciopero degli sceneggiatori bloccando, di fatto, Hollywood.

Lo sciopero è stato infatti indetto come protesta contro il mancato accordo raggiunto con la Amptp ovvero la Alliance of Motion Picture and Television Producers, il sindacato che invece si occupa della tutela dei produttori. Le trattative però non hanno soddisfatto la WGA, la quale ha dichiarato: “le risposte degli studi alle nostre proposte sono state del tutto insufficienti, data la crisi esistenziale che gli sceneggiatori stanno affrontando”.

Le richieste fatte degli sceneggiatori comprendono un aumento della retribuzione, di molto inferiore rispetto a quello di registi e attori, la presenza di un numero minimo di sceneggiatori presenti nella writer’s room (letteralmente la stanza degli scrittori che contribuiscono a creare ogni singolo episodio di programmi e serie tv), la tutela per gli sceneggiatori nelle mini room (un’articolo di Bed Taste “Il problema delle mini room” spiega in maniera chiara la questione)

Alla base di tutto ha dichiarato la WGA è necessario un rinnovamento dei contratti non aggiornati da decenni e ad oggi necessario, specie con il cambiamento dell’industria cinematografica e televisiva e l’avvento delle piattaforme streaming.

Infatti, uno dei problemi riguarda i cosiddetti “residuals”, i cosiddetti diritti d’autore che vengono versati in caso di riprogrammazione di un film e programmi televisivi. Per spiegarla in maniera pratica, una volta che un film o la serie tv veniva mandati in onda, con il tempo gli sceneggiatori ricevevano un guadagno per diritti di autore con le repliche dei prodotti audiovisivi. Si trattava di una clausola presenti nei contratti redatti prima dell’avvento di colossi come Netflix, Amazon Prime, Apple TV, Disney Plus e così via.

Tuttavia è facile intuire che la maggioranza di serie prodotte oggi è destinata alle piattaforme, su cui rimangono, e dove il compenso riguardante i diritti d’autore guadagnati con le repliche viene a mancare. Inoltre, altrettanto rilevante è la questione riguardante il non rilascio sui dati di fruizione di un prodotto, che rende quindi impossibile calcolare i diritti d’autore di una serie in base alla sua popolarità e successo. In altri termini: i diritti d’autore della prossima serie di punta di Netflix o Prime valgono quanto quelli di una serie che nessuno ha visto.

A tutte queste considerazioni si è aggiunta una preoccupazione che fino a pochi anni sembra uscita direttamente da un romanzo distopico, e che invece potrebbe diventare una realtà: il pericolo dell’IA, ovvero l’Intelligenza Artificiale.

Ad oggi la totalità degli esperti è d’accordo nell’ammettere che l’AI non è in grado di produrre una sceneggiatura completa e articolata. Eppure è sembra più probabile che non passeranno molti anni prima che una macchina di Intelligenza Artificiale riesca nel compito. Probabilmente nessuna macchina arriverà mai al punto d riuscire a superare la creatività umana e creare prodotti dal calibro di Peaky Blinders, giusto per fare un’esempio.

Eppure non sempre dalla tv escono serie capolavoro e rivoluzionarie. Vi sono moltissime serie create in base all’algoritmo, strumenti che sulla base degli elementi di tendenza stabilisce la probabilità di quanto una serie o un film possa interessare una fetta di spettatori il più ampia possibile. Una realtà a cui tantissimi lavoratori del settore sono già costretti a sottostare, come è stato dimostrato recentemente in Boris 4.

Una macchina ad AI sarebbe perfettamente in grado di creare questo tipo di prodotti in maniera automatica, redendo quindi inutile il lavoro di molti sceneggiatori. Non a caso, una della proposte avanzate dalla WGA riguarda proprio la tutela degli autori che, altrimenti, potrebbero vedersi sottratto il lavoro da dei robot, in un futuro non molto lontano.

Attualmente nessuna delle richieste proposte dalla WGA è stata accolta dalla Amtp. Questo perché sono le stesse case di produzione ad essere in crisi, cosa evidenti dai continui licenziamenti fatti negli ultimi mesi e che tutt’ora sono in corso.

Quale sarà il destino di serie tv e film?

Che ne sarà ora del futuro della televisione e del cinema? Attualmente la maggioranza dei programmi come i daily e i night show come il Jimmy Kimmel, il Jimmy Fallon Tonight Show o il Saturday Night Live sono in pausa.

Allo stesso modo anche diverse produzioni televisive sono bloccate, basti pensare a Stranger Thing, American Horror Story e The Last of Us. Altre, come la seconda stagione de “Gli anelli del potere” hanno deciso lo stesso di andare avanti, mentre un’altra restante ha ricevuto già i copioni in tempo. Ne è un’esempio House of The Dragon, per cui la produzione ha annunciato che le riprese stanno andando avanti nel Regno Unito, visto che il materiale era già stato definito prima.

Si tratta comunque di una situazione rischiosa: gli sceneggiatori sono indispensabili sul set per apportare modifiche in base ad imprevisti o problemi che emergono durante le riprese.

Questo che sta avvenendo ora è il secondo sciopero degli sceneggiatori della WGA, dopo il primo risalente a 15 anni fa ( Novembre 2007) e durato all’incirca 100 giorni. In quel periodo, tantissime serie si fermano e si finì con il mandare in onda 10 massimo 12 episodi a stagione (quando la media di episodi superava i 20), mentre altre vennero del tutto cancellate. Solo dopo quasi tre mesi, nel Febbraio 2008, la situazione si sbloccò.

Adesso è difficile dire se questo nuovo sciopero avrò una durata maggiore o inferiore di quello precedente, ma è indispensabile che si arrivi a un compromesso. Non bisogna mai dimenticare che senza coloro che inventano e scrivono le storie a cui ci appassioniamo tramite schermo, né il cinema o la televisione potrebbero esistere.