Siberia, divampa l’incendio più grande al mondo
Secondo le stime di Greenpeace Russia, in Siberia sono già andati in fumo 1,5 milioni di ettari di terreno. Ma le autorità non possono intervenire
Non è certo un record di cui andare fieri: in queste settimane, in Siberia (nella zona della Jacuzia), sta divampando l’incendio più grande al mondo, quello di più vaste proporzioni mai documentato nella storia del Pianeta Terra.
Secondo una stima di Greenpeace Russia, ad oggi sono andati in fumo circa un milione e mezzo di ettari di terreno, nella più totale noncuranza delle autorità locali: colpa di un cavillo burocratico e legislativo, un provvedimento infatti stabilisce che non si debba intervenire per domare le fiamme nelle cosiddette “zone di controllo”, ovvero lontane dagli insediamenti umani.
Nel frattempo il fumo continua la sua chilometrica e folle corsa arrivando a raggiungere, dalla foresta di taiga, addirittura il Polo Nord. Ma quali sono le cause di un incendio così vasto? Ancora secondo gli esperti e attivisti di Greenpeace, questi fenomeni così repentini sono da imputare al non più emendabile problema del cambiamento climatico. Dall’inizio del secolo, la temperatura media della Siberia è aumentata di almeno tre gradi centigradi, poi i venti forti e la più grande siccità degli ultimi 150 anni hanno fatto il resto.
Anche l’uomo però, con la sua incuria per le risorse ambientali, non è certamente esente da colpe: nel mirino degli ambientalisti anche la scellerata pratica del disboscamento, spesso illegale, che ha alterato gli equilibri della foresta di taiga fino alle estreme conseguenze.
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