1 Settembre 2021 - 18:04

Smart Working: ecco cosa cambierà nelle PA

Smartworking

Il Governo lavora per riportare in presenza i dipendenti delle PA. Lo smart working, infatti, dovrebbe presto essere cancellato del tutto

Un bel cambiamento, nuovamente, dopo un periodo “invivibile”. Si dovrebbe, prossimamente, tornare alla normalità, almeno per quanto riguarda i lavori nella Pubblica Amministrazione. Il Governo, infatti, sta studiando delle procedure per dire addio allo smart working e sancire il ritorno in presenza in ufficio. Di fatto, il lavoro da remoto tornerà dunque ad essere un’eccezione.

Ad occuparsi della gestione degli uffici pubblici di nuovo popolati saranno i singoli dirigenti, in base alle esigenze di ogni realtà lavorativa. Il primo a spingere per un ritorno diffuso in presenza è il ministro della Pubblica Amministrazione, ovvero Renato Brunetta. Già ad inizio Agosto, infatti, quest’ultimo aveva dichiarato: “Da settembre la Pubblica Amministrazione deve tornare a lavorare in presenza, al massimo delle sue potenzialità, perché un Paese che cresce al 6% ha bisogno di una PA a pieni giri.”

Il titolare di Palazzo Vidoni ha sottolineato che con un ritorno al lavoro in presenza, sia nel settore pubblico che in quello privato, la crescita del Paese potrebbe essere superiore al previsto. Dunque, il Governo ha avviato l’abbandono graduale dello smart working già con il decreto di Aprile. Addio che secondo i primi monitoraggi non ha sortito effetti, visto che l’organizzazione della PA è rimasta pressoché identica.

Ci sono però delle modifiche in arrivo. Il punto è che, almeno a conti fatti, c’è un ostacolo molto “grande” che va in opposizione a questa nuova svolta. Ed è un ostacolo che porta in dote il nome di Green Pass.

Green Pass e Smart Working

Il nodo centrale resta il Green Pass. Infatti, l’idea, rilanciata dal ministro della Salute Roberto Speranza, è quella di imporre già da inizio ottobre la certificazione verde ai dipendenti pubblici in presenza. Questa funzione è già stata istituita anche in altri mondi “correlati”, come per esempio in quello della scuola.

Di conseguenza, sarebbero necessari controlli ed eventuali sanzioni. Il rischio, però, è quello di un’ondata di permessi simile a quella che potrebbe investire le aule all’inizio dell’anno scolastico. Oltre a questo, un obbligo generalizzato, dettato dal fatto che non è possibile individuare in modo rigido le categorie di addetti allo sportello, solleverebbe la necessità di armonizzare le regole con gli uffici privati, dove le condizioni, sul piano epidemico, sono uguali.

Senza dimenticare le implicazioni politiche di una scelta simile. Il che fa preoccupare ancora una volta per quanto riguarda il lavoro da casa e il lavoro in ufficio. Insomma, la situazione sembra ancora lontana dall’essere risolta.