29 Ottobre 2024 - 10:00

Ecco perché è arrivato il momento di lasciare a casa lo smartphone

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Si dice che lo smartphone sia diventato il prolungamento del nostro braccio e non si può che esser d’accordo con quest’affermazione.

Da un lato non possiamo evitarlo, visto che tra bollette, banca, lavoro e istruzione, gran parte delle nostre vite è finita dritta tra le app dei nostri telefoni; dall’altro vi è l’incapacità di lasciare a casa lo smartphone o di rimanere senza connessione a Internet, quasi come accade con le dipendenze.

E difatti, leggendo l’articolo di ExpressVPN appare chiaro come, a prescindere dall’età, sempre più persone sentano il bisogno di dover staccare la spina per disintossicarsi dalla frenesia, dall’ansia e dai sentimenti negativi che, spesso e volentieri, l’iper-connessione e la sovra-esposizione a certe dinamiche virtuali comportano.

Forse è perché, effettivamente, trascorriamo troppo tempo connessi online? Per qualcuno l’utilizzo intensivo di questi strumenti non è affatto positivo, al punto da spingerlo a praticare il minimalismo digitale, cioè una sorta di astensione volontaria da comportamenti eccessivi.

La dieta digitale per tornare in forma

È giunto il momento di riflettere seriamente sul nostro rapporto con la tecnologia, in particolare con lo smartphone, che spesso rappresenta una fonte di iper-connessione e stress. Sempre più persone, indipendentemente dall’età, si rendono conto della necessità di “staccare la spina” e abbracciare il concetto di digital detox o addirittura di minimalismo digitale, per ritrovare equilibrio e benessere nella loro vita.

Il digital detox consiste in una pausa temporanea dall’uso di dispositivi digitali, come smartphone e tablet, per alleviare l’ansia e il sovraccarico cognitivo causato da un flusso continuo di informazioni e notifiche.

Questa pausa aiuta a migliorare la concentrazione, la produttività e, in generale, la qualità della vita. Durante la pandemia, per esempio, l’iperconnessione legata al lavoro da remoto ha reso evidenti gli effetti negativi di questo sovraccarico, contribuendo ad aumentare lo stress e a minare il benessere psicologico delle persone.

Un approccio meno “rigoroso”: il minimalismo digitale

Il minimalismo digitale, invece, non impone un taglio netto con la tecnologia, ma si focalizza sull’uso consapevole e intenzionale di essa. La proposta avanzata da Cal Newport, autore di “Digital Minimalism”, invita a una selezione attenta degli strumenti digitali, scegliendo solo quelli che aggiungono effettivo valore alla vita e riducendo tutto il resto a “rumore di fondo”.

L’idea è di semplificare il nostro rapporto con la tecnologia, eliminando applicazioni inutili e riducendo al minimo le distrazioni. Questa filosofia si collega anche a una nuova consapevolezza ecologica: meno tempo trascorso online significa anche una riduzione del consumo energetico e dell’impatto ambientale.

Il minimalismo digitale rappresenta una scelta di benessere personale, ma anche un’opportunità per vivere in modo più sostenibile l’ambiente che ci circonda. Tutti soffriamo la frenesia e l’iper-connessione della nostra società, di tanto in tanto: prendersi del tempo per “disintossicarsi” non è solo utile, ma necessario per preservare la salute mentale e fisica.

Il digital decluttering come strumento di benessere

Un’altra nuova pratica, considerata efficace per ridurre l’impatto negativo della tecnologia sulla nostra vita è il digital decluttering, ovvero fare ordine nel nostro ecosistema digitale. Questa pratica consiste nell’eliminare applicazioni superflue, ma anche nel prendere decisioni consapevoli su quali strumenti digitali ci apportano reale valore e quali, invece, ci sottraggono tempo e risorse.

Eliminare notifiche inutili, riorganizzare le app sullo smartphone e ridurre il tempo passato sui social media sono strategie che possono ridurre il sovraccarico cognitivo e permetterci di utilizzare la tecnologia in modo più consapevole e produttivo.

Uno degli effetti positivi di limitare l’uso dei dispositivi digitali è vivere secondo Joy of Missing Out (JOMO), ovvero la gioia di non essere costantemente aggiornati su tutto ciò che accade online.

Contrapposta alla “Fear of Missing Out” (FOMO), la JOMO rappresenta un cambio di paradigma: invece di sentirsi ansiosi per ciò che si potrebbe perdere, si impara a godere del tempo lontano dagli schermi, abbracciando i momenti di tranquillità e presenza nel qui e ora.

Anche in questo caso ci riferiamo a una nuova consapevolezza, grazie alla quale possiamo riscoprire l’importanza di vivere esperienze autentiche, che non hanno bisogno di essere condivise o approvate digitalmente, e che mirano ad arricchire “solamente” la nostra coscienza interiore.