Snow in Paradise di Andre Hulme
Snow in Paradise, esordio di Andre Hulme, film in concorso al Courmayeur Noir In Festival
[ads2] Come Saar Klein anche Andre Hulme ha un’esperienza da montatore e, in questa sua opera prima racconta il personaggio attraverso un montaggio che interpreta l’ira, il dolore e l’insoddisfazione del protagonista. Dave (Frederick Schmidt) è un delinquente che vive di droga e violenza nell’East End di Londra, ma dalla morte del suo amico Tariq, assassinato dai fautori dei crimini di cui fa parte, si esplicita il suo tormento e il senso di colpa. Come un crescendo rossiniano il montaggio visivo assume la forza di un soggetto che agisce nella narrazione, diventando sempre più veloce ed espressivo fino a esplodere in pezzi, che impressionano lo spettatore, e che contengono la psicologia frammentaria di Dave. Il sonoro invece, sceglie ripetizioni, distorsioni e sospensioni, perché montaggio e musica sono la trasposizione audiovisiva della psicologia di Dave, e noi dobbiamo vedere tutto attraverso i suoi occhi e sentire l’anima di quel contesto con la sua percezione. Immagine e suono sono così i due linguaggi che Hulme mette insieme per raccontare Dave dall’interno.
In un’atmosfera onirica Snow in Paradise trasfigura la visione del protagonista, valorizzando il cinema come mezzo in grado di interpretare e mostrare una soggettività, un’emozione, un sentimento e un conflitto.
L’Islam diventa la strada verso la cura di un animo torturato dalla violenza del contesto in cui Dave consuma le sue giornate, alla ricerca di una redenzione che potrà, forse, donargli la pace che rincorre nel suo inconscio, risolvere il suo debito nei confronti della vita di Tariq. Dave è un personaggio arrabbiato, formato in un luogo che gli ha sottratto la possibilità di guardare le cose belle, ma non significa che non sia in grado di vederle: Hulme infatti compone immagini che si emancipano dalla brutalità, mostrando lo sguardo puro di Dave anche all’interno di un mondo alla deriva. Come un personaggio pasoliniano, il delinquente ed emarginato Dave è amorale, perché agisce secondo le leggi del suo territorio, le uniche esperite. Il contatto con la dimensione religiosa gli permetterà di fare un resoconto concreto della sua visione del mondo in conflitto con il suo mondo interiore.
Snow in Paradise immedesima lo spettatore nell’angoscia di Dave, perché è tutto mostrato secondo il suo sguardo. Noi siamo solo i testimoni del suo percorso, del suo dannato bisogno di avere di più dalla vita, toccare con mano il senso delle cose.
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