4 Febbraio 2021 - 18:06

Spread: l’effetto Draghi lo porta ai minimi dal 2015

Spread

Prosegue la discesa dello spread, il differenziale di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi che arriva a toccare quota 99 punti

Lo spread ai suoi minimi storici. In attesa di sapere se il governo Draghi nascerà davvero i mercati proseguono una vera e propria luna di miele con l’ex banchiere centrale. Lo spread, cioè la differenza tra quanto rende un titolo di Stato decennale italiano e l’equivalente tedesco, che misura il “rischio Italia” percepito, è scivolato giovedì sotto i 100 punti. Livelli che non si vedevano dalla fine del 2015. Il rendimento dei Btp a dieci anni è sceso allo 0,55%. Quindici giorni fa il tasso pagato dallo Stato per finanziarsi sul mercato era invece a 0,7%.

La rapida crescita della borsa

La borsa di Milano dopo un avvio tiepido ha girato ampiamente in positivo e guadagna quasi l’1,8%. A Piazza Affari svetta Pirelli, seguita da Finecobank (+3%) che oggi ha diffuso conti che evidenziano un balzo della raccolta netta a gennaio, e Azimut.

Debito spaventoso per l’Italia

Per la sostenibilità del debito che pesa sul nostro Paese – 2.586 miliardi di euro a novembre 2020 secondo i dati di Bankitalia – il rendimento dei titoli governativi è fondamentale. Attualmente i Btp italiani rendono ancora una trentina di punti in più rispetto a quelli di altri Paesi “periferici” dell’Europa, come Spagna e Portogallo. A preoccupare è il rapporto debito/Pil, che nel 2021 potrebbe arrivare al 160%. Secondo alcune analisi, con Draghi premier lo spread potrebbe scendere fino a 70 punti base: un risultato impensabile fino al 2018, quando con il governo M5S-Lega si erano toccati i 330 punti, o quando, prima dell’arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi, lo spread era arrivato a 505 punti.