8 Febbraio 2015 - 15:00

Stampanti 3D: il futuro lo progettiamo noi

C’è chi ne parla di una vera e propria rivoluzione del design e dell’economia. Con le stampanti 3D saremmo tutti ingegneri all’avanguardia?

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Le stampanti 3D permettono di realizzare una riproduzione reale di un modello tridimensionale, precedentemente ideato da noi stessi, con uno speciale software.

stampanti 3d

software 3D

La produzione tridimensionale utilizza diverse tecnologie avanzate secondo le quali, è possibile sovrapporre materiali differenti (solidi o liquidi) che si fondono o si ammorbidiscono creando degli strati solidi e compatti.

Le possibilità di materiali offerte dalle stampati 3D sono infatti molteplici e rispondono alle richieste di una produzione che si espande su vasta scala: oggettistica domestica, giocattoli, abbigliamento, protesi mediche, gioielli, cibo e molto altro si modella passo dopo passo seguendo le nostre indicazioni.

Secondo gli analisti del McKinsey, entro il 2025 il mercato della tridimensionalità si aggirerà intorno ai 230 e i 550 miliardi di dollari, cifre da capogiro che minacciano l’economia e le industrie tradizionali.

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Velocità, varietà e personalizzazione sono le caratteristiche principali delle stampanti 3D. Tuttavia, molti sono gli scettici che pongono delle barriere sugli sviluppi futuri.

«Utilizzare alcuni software per fare piccole cose non è difficile, ma per creare oggetti complessi o per ricreare un qualcosa che si è rotto serve un professionista!»

Al momento le stampanti 3D restano soprattutto un impiego aziendale; anche in Italia società come la Barilla si sono mostrate intenzionate a sviluppare stampanti 3D che possano rendere personalizzabili i loro prodotti.

 

Ai più intraprendenti non resta che sfoggiare la propria fantasia e investire i propri risparmi in un progetto che mira alla “scoperta della tecnologia del futuro”, così come recitava un famoso spot televisivo della De Agostini qualche mese fa, che proponeva la creazione di “Rappy” la stampante 3D in fascicoli.

Nel futuro impareremo tutti a personalizzare i nostri oggetti o continueremo ad accontentarci di quelli che si trovano sul mercato e che designer professionisti creano per noi?

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