Strage di Orlando: omofobia o terrorismo islamico?
Terrore a Orlando, fa irruzione in un locale gay e spara all’impazzata sulla folla, l’Isis rivendica la strage. Il bilancio è di 50 morti e 53 feriti
[ads1]
Erano circa le 8 di ieri mattina (ora italiana) quando un uomo ha fatto irruzione in un locale gay, il Pulse, situato nel centro di Orlando, in Florida (USA) e ha sparato all’impazzata sulla folla. Il bilancio è attualmente di 50 morti e 53 feriti.
Secondo i dati forniti dalla polizia, il killer è entrato nel locale verso le 2 di domenica, armato di un fucile e di un “altro tipo di ordigno” prendendo in ostaggio diverse persone per ore.
“Il killer è morto” ha fatto sapere la polizia su Twitter poco dopo l’irruzione sul posto. Sono almeno 9 gli agenti rimasti feriti nell’intervento.
Le autorità hanno confermato che si tratta di Omar Seddique Mateen, un 29enne statunitense di origine afghana. L’uomo lavorava come guardia giurata e possedeva un regolare porto d’armi. Secondo l’Fbi tuttavia, era una delle 100 persone sospettate di simpatizzare per Isis in Orlando.
Tale sconcertante dettaglio è stato confermato dal senatore repubblicano Adam Schiff, membro della commissione di Intelligence alla Camera Usa, il quale ha riferito alla CNN, che il killer avrebbe giurato fedeltà all’Isis durante la presa di ostaggi.
Inoltre stando ai dati raccolti dalla Nbc News, poco prima della strage, Omar avrebbe telefonato al 911 (il numero delle emergenze negli Stati Uniti) citando l’attentato del 15 aprile 2013, alla maratona di Boston e annunciando di voler giurare fedeltà al leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi.
Intanto come riportato da Rita Katz direttrice del Site Intelligence Group, sul web i jihadisti celebrano la sparatoria come: “Il miglior regalo per il Ramadan” e lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco al locale.
Dal fronte opposto il padre di Omar Marteen, contattato dalla Nbc News, quasi a voler giustificare il gesto del figlio, ha dichiarato: “Il movente religioso non centra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell’America”.
Non convince la dichiarazione di Seddique Mateen, considerando che secondo quanto riportato dal Washington Post, l’uomo in alcuni video postati su Youtube, esprimeva gratitudine ai “fratelli guerrieri del movimento talebano” mentre accusava il governo pakistano.
Il presidente Obama ha parlato della sparatoria nel locale di Orlando come: “La strage peggiore della storia dell’America”.
Un attacco a qualsiasi americano, è un attacco a tutti gli americani. Manteniamo i valori che ci fanno americani. Dobbiamo dimostrare che siamo un Paese che è soprattutto identificato per l’amore e non per l’odio.
Nelle scorse ore gli agenti dell’Fbi e della polizia locale hanno circondato l’abitazione del killer nella Contea di St. Lucie, in Orlando e stanno indagando per chiarire il movente omicida dell’uomo. Omar Mateen era già noto agli inquirenti che per ben due volte, nel 2013 e nel 2014, lo avevano interrogato e sottoposto a sorveglianza per possibili legami con il terrorismo islamico.
Che si sia trattato dell’ennesimo attacco jihadista o dell’ennesima follia omofoba, appare un dettaglio quasi irrilevante innanzi al dolore dei tanti che, ancora una volta, sono stati privati di persona cara con tanta violenza, dalla mente incontrollabile di un “uomo”.
[ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO