17 Aprile 2024 - 11:25

Stretto di Messina, il MIT ha posto un ultimatum

Entro trenta giorni, si saprà qualcosa di più per quel che riguarda lo Stretto di Messina. Ma permangono i dubbi del Ministero dell'Ambiente

Stretto di Messina

Le incognite sono molte, soprattutto impatto ambientale e funzionamento dei cantieri. Sono principalmente questi gli ambiti dove permangono i dubbi del Ministero dell’Ambiente sullo Stretto di Messina. Ci dovrebbero essere oltre duecento integrazioni al progetto del Ponte sullo Stretto. La documentazione presentata finora dalla società che si occuperà della realizzazione del Ponte, è carente e sono necessari alcuni chiarimenti.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha fatto sapere che le integrazioni richieste saranno fornite entro trenta giorni.
Si tratta della normale procedura ed è corretto approfondire tutti gli aspetti di un’opera che sarà unica al mondo.” ha dichiarato Matteo Salvini.
Dall’opposizione non sono mancate le critiche. Il Partito democratico oggi terrà una conferenza stampa sul tema “No al Ponte sullo Stretto; un progetto sbagliato, anacronistico, dannoso e dispendioso“. Si presenterà un documento tecnico con tutte le osservazioni del partito, già depositato presso il MASE.

Annalisa Corrado, responsabile nazionale dem per l’Ambiente e la Conversione ecologica, nel frattempo ha commentato: “Salvini si metta il cuore in pace: il progetto del Ponte sullo Stretto, oltre a essere totalmente insostenibile e dannoso, è tutto ideologico e pieno di carenze e di vuoti dal punto di vista tecnico. Un’inutile emorragia di soldi pubblici. Risorse che potrebbero essere impiegate per il trasporto pubblico locale, per le ferrovie regionali, per la rigenerazione delle città, in particolare in territori come quelli del sud che necessitano di opere strutturali vere e non di pura propaganda.

Anche Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle, ha commentato quanto accaduto nelle ultime ore.
Il nostro non è un no ‘ideologico’. È il no di chi non può accettare che un governo nazionale, di fronte alle gravi carenze infrastrutturali della Sicilia e della Calabria, risponda con uno slogan propagandistico, con un progetto vecchio, risalente al 2011/2012, pieno di falle sul piano ingegneristico, ambientale, trasportistico e finanziario.