22 Settembre 2020 - 08:59

Le studentesse del liceo Socrate di Roma si ribellano:’ ‘Non è colpa nostra se cade l’occhio”.

scuola gonne

Scoppia la rivolta da parte delle studentesse del liceo Socrate di Roma, situato presso lo storico quartiere della Garbatella

La rivolta, con la sua forte impronta femminista, è una conseguenza delle parole riportate dalla vicepreside a varie studentesse del liceo Socrate di Roma. Già il 14 settembre, primo giorno di scuola, la vicepreside del liceo Socrate chiama in disparte una studentessa invitandola  ad avere un abbigliamento consono e a non vestire in modo provocante poiché ai docenti di sesso maschile potrebbe ‘’cadere l’occhio’’; la stessa frase è stata riportata anche ad altre studentesse del liceo; ma l’affermazione della vicepreside è dettata anche da un altro fattore: l’assenza dei banchi. Infatti, dal momento che i banchi monoposto ordinati tramite il maxi bando di Arcuri non sono ancora giunti in aula, si è deciso di eliminarli totalmente, anche per garantire il giusto distanziamento e per evitare l’obbligo della mascherina durante tutte le ore di lezione. Ciò fa sì che le ragazze siano esposte maggiormente agli occhi dei professori, pertanto è doveroso avere un abbigliamento adatto al luogo in cui gli studenti si trovano.

Le studentesse del liceo Socrate di Roma hanno deciso così di protestare, affiggendo un cartello proprio fuori la loro classe con scritto:’’Non è colpa nostra se cade l’occhio’’; ma non si sono fermate qui, infatti hanno lanciato un appello sui social invitando tutti ad indossare una gonna, per poter rappresentare al meglio se stesse palesando la loro libertà di espressione.

Situazione simile è accaduta anche in Francia, in cui ancora una volta le studentesse hanno reagito alla cosiddetta ‘’censura’’ riguardante l’abbigliamento, recandosi a scuola vestite con minigonne e pantaloncini.

Il gruppo di studentesse che fanno parte del collettivo Ribalta femminista, replicano dicendo:’’ I nostri corpi non possono essere oggettificati, non possiamo prendere la colpa per gli sguardi molesti degli insegnanti maschi’’. Nonostante la protesta sia stata sedata, e le ragazze oggi hanno smesso di indossare minigonne, cercano ancora giustizia per una problematica sociale che ha radici profonde, e che non si basa solo sul singolo episodio del liceo Socrate di Roma, ma che abbraccia un tema più vasto, quello del sessismo.

Anche i genitori delle alunne sono dubbiosi ed incerti; ‘’senza banchi il problema ora sono le minigonne’’è ciò che hanno pensato.

Il preside, Carlo Firmani, cerca di far luce sull’accaduto dicendo:«non era e non è tuttora pervenuto alcun riscontro fattuale o documentale e resto in attesa di ricevere chiarimenti dalle studentesse per poter procedere. Aldilà di ciò, il liceo Socrate è fieramente da sempre attento al rispetto di tutte le individualità e di tutte le opinioni, libere di esprimersi, all’interno del perimetro segnato solo dalla Costituzione e dal codice penale ed è altrettanto attento alle questioni di genere, oggetto peraltro di uno dei tavoli di lavoro permanenti che la scuola, capofila nazionale della Rete scuole Green, ha istituito e nel quale lavorano insieme studentesse, studenti e docenti. Di questa identità la scuola è e vuole essere gelosa custode e nessuna valutazione personale, quale che sia, potrà mai ergersi a criterio discriminatorio nei confronti di chicchessia. L’occasione potrà essere comunque oggetto di un’ampia riflessione collettiva, nel rispetto della funzione eminentemente formativa e culturale che la scuola da sempre incarna». Infine anche la ministra Lucia Azzolina ha richiesto un approfondimento sull’accaduto.