Suburra 3: la fine di Aureliano Adami, il “Re Mida” della morte
Suburra: la terza stagione è da meno di un mese su Netflix e ha segnato la fine di uno dei più amati personaggi, Aureliano Adami
Suburra, serie italiana cult, i cui episodi sono stati prodotti e pubblicati su Netflix è giunta al capolinea. Lo scorso ottobre, infatti, sono stati rilasciati gli ultimi 6 episodi che però hanno avuto un tragico risvolto: la fine di Aureliano Adami. Protagonista e personaggio amato della nota serie, interpretato da Alessandro Borghi, può essere quasi definito un “Re Mida” della morte. Fin dalla prima stagione sono stati, infatti, molti i personaggi da lui amati che hanno perso la vita. E così, come Re Mida, il re della Frigia che grazie ad un dono di Dionisio aveva il cosiddetto “Tocco d’oro” e tutto ciò che toccava si trasformava nel prezioso metallo, così Aureliano potrebbe avere una sorta di tocco della morte per tutto ciò che ama.
Le donne della sua vita
Si pensi alla prima fidanzata, Isabel, o alla sorella Livia: due donne molto importanti per lui, che però lo hanno abbandonato lungo il percorso. Una morta per mano di Livia, l’altra per mano dell’acerrimo nemico di Aureliano, Samurai. Senza contare che Aureliano ha perso la mamma il giorno in cui è nato e ha dovuto portare questo peso per tutta la sua vita. Con il padre, per esempio, aveva un rapporto burrascoso proprio per questo motivo: l’uomo non era mai riuscito ad amarlo fino in fondo proprio per aver perso sua moglie durante il parto. Ecco, quindi, che Livia, più grande di lui è cresciuta facendogli da sorella ma soprattutto da madre, accrescendo una sorta di rapporto protettivo e malsano che ha portato all’uccisione di Isabel.
Conosciuta per caso, la stessa notte in cui c’è stato l’incontro con Spadino e Lele, Isabel è diventata nel corso della prima stagione una persona molto importante per il giovane di Ostia. Il suo amore per lei era strano, contorto, ma allo stesso tempo profondo. Per lei, che faceva la prostituta prima di conoscerlo, sognava un futuro diverso, magari insieme. La sua morte non solo ha portato alla realizzazione di una delle scene più commoventi della serie, ma lo ha marchiato per sempre: nell’anima e sul corpo.
Il tatuaggio
Nella seconda stagione di Suburra, infatti, lo troviamo con un tatuaggio sul collo: due ali d’angelo. Il simbolo per una persona che non c’è più e che finalmente è libera di “volare”, lontano dallo schifo che si può incontrare lungo le strade più periferiche di una grande città. Sempre durante gli otto episodi rilasciati circa 2 anni fa, assistiamo ad un altro tragico evento per Aureliano: la morte di Livia. Nonostante il risentimento nei suoi confronti per aver ucciso la sua compagna, dopo un confronto molto intenso, tra i due si era ricreato una sorta di equilibrio. Ancora una volta però, per l’Adami non c’è pace che tenga e a portargli via un altro pezzo di cuore è Samurai: una vendetta per non avergli ceduto subito i famosi terreni di ostia e un modo per lasciarlo completamente solo.
Il destino di Lele
Dopo la morte di Livia è costretto a scappare dalla sua casa e perde ogni rapporto con le famiglie di Ostia: gli unici a restargli accanto sono la giovane Nadia, Spadino e Lele. Con gli ultimi due nasce una nuova alleanza che ha l’obiettivo di uccidere Samurai e prendere il controllo di Roma. Purtroppo però, questa unione porta alla morte di un’altra persona cara ad Aureliano: Lele. Il ragazzo che si era trovato nel giro della malavita quasi per caso, non ha retto il peso della morte e della corruzione a cui invece Aureliano e Spadino erano abituati, essendo cresciuti in contesti familiari diversi.
Lele, figlio di un poliziotto, che si ritrova a fare “impicci” con la malavita e che a causa di ciò è responsabile della morte del padre stesso. Un peso questo che gli ha fatto perdere completamente il controllo e che lo ha portato a uccidere in modo efferato l’ex compagna del padre. Con quell’omicidio, raggiunto il punto di non ritorno per la sua anima, ha scelto di farla finita e si suicida di fronte ai suoi “unici” due amici.
Alla fine di questa seconda stagione però, Aureliano ha perso anche un’altra cara persona: colui che gli ha fatto da padre meglio del padre stesso, Romolo. Suo fedele accompagnatore e mentore di una vita, è rimasto vittima di un proiettile durante uno scontro armato contro gli Anacleti. L’Adami lo aveva avvertito e gli aveva chiesto di seguirlo, ma quella volta, Romolo, ha scelto girare le spalle al suo figlioccio. Tale azione gli è costata molto cara, tanto da essere l’ennesima persona ad essere stata “toccata” da Aureliano e a perdere la vita.
L’inizio della fine di Aureliano e della sua Suburra
Con l’inizio della terza stagione di Suburra ritorniamo a Roma solo dopo pochi mesi la morte di Lele. Sia Aureliano che Spadino sono ancora molto provati per quanto accaduto. Aureliano inizia ad avere dei piccoli crolli fisici tra mal di testa, affanno e tachicardia. Con Spadino riescono a vendicare Lele e a prendersi la Capitale, ma nulla è come sembra. Hanno ancora molti nemici dietro l’angolo e questo renderà tutto sempre più complicato: fino a quando tutti i nodi non vengono al termine durante l’ultimo episodio.
Manfredi è uno di questi nemici e nell’intento di ucciderlo, Aureliano è semi-responsabile della “morte” della figlia di Spadino: Angelica, infatti, perde sua figlia. Si arriva così alle battute finali: Aureliano è stanco di tutto e ha paura che possa succedere qualcosa alle poche persone a cui davvero tiene che ancora lo circondano. Allo stesso tempo, proprio tutta questa sofferenza e solitudine potrebbero portarlo davvero a governare Roma.
Tra potere e amicizia, sceglie di lottare per Spadino e ad un passo così dalla vittoria definitiva contro Samurai (ne potrebbe prendere il posto grazie a Sibilla), preferisce correre dal suo unico vero amico che sta quasi per essere ammazzato. Una battaglia all’ultimo sangue e, dopo un intenso sguardo scambiato con Spadino, Aureliano, per uccidere gli ultimi pochi uomini rimasti in vita, sceglie di sacrificare la sua stessa vita. Una sorta di gesto per essere finalmente libero e in un certo qual modo per salvare sia Spadino che Nadia: la paura di perderli è stata più forte della paura di morire e più forte del desiderio di potere.
Il destino degli altri
Desiderio a cui, invece, non rinuncia il voltagabbana e senza scrupoli Amedeo Cinaglia. Colui che sembrava lontano anni luce da questo mondo oscuro e che arriva perfino ad uccidere sua moglie per il potere. Lo stesso uomo che ha portato Samurai verso la morte: che fosse quello già un indizio del posto che avrebbe occupato alla fine dei giochi? E’ proprio lui infatti, che Sibilla sceglie come successore di Valerio (Samurai) ed è colui a cui vengono affidati tutti i segreti di Roma.
Spadino invece, sulla scia del suo amico sceglie di lasciarsi tutto alle spalle e di andare lontano per poter essere chi davvero è e per poter vivere finalmente senza l’ombra della morte accanto e della sua famiglia, che lo ha sempre ostacolato.
L’uscita di scena di Aureliano ha intanto portato alla realizzazione di un’altra incredibile scena: Alberto “Spadino” Anacleti, il cui unico grande amore è stato proprio l’Adami, che lo stringe a sé negli ultimi momenti di vita. E non solo, per onorarne la memoria sceglie di “traghettarlo” a largo del mare di Ostia gettandone il cadavere. Subito dopo il delicato momento di dare la terribile notizia a Nadia, che sconvolta riesce a trovare sostegno solo nell’abbraccio di Angelica.
Che l’unione tra Angelina e Nadia possa dar vita ad uno spin-off di Suburra tutto al femminile? Chissà, forse si, il materiale e gli intrighi a disposizione ci sarebbero: si pensi alle storie dello stesso Cinaglia o di Adriano, il pupillo di Samurai. Insomma secondo qualche indiscrezione, nella mente degli sceneggiatori e di Netflix, questo progetto potrebbe prendere vita, ma per adesso ancora nessuna conferma. Noi intanto attendiamo con ansia, dopo queste tre meravigliose stagioni.
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